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Manuale d'amore

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diDINA D'ISA Non bastano certo tre capitoli (e nemmeno tre film) per spiegare i misteri dell'amore. Ma Giovanni Veronesi ci riprova con la sua commedia a episodi, «Manuale d'amore 3», da venerdì al cinema distribuita dalla Filmauro di Aurelio De Laurentiis in 700 sale. Un successo assicurato che racconta gli stati emozionali nelle varie età dell'amore, a cominciare dall'episodio sulla giovinezza che rievoca i ricordi personali del regista, in Toscana. Qui, un giovane avvocato (Scamarcio) prossimo alle nozze con Sara (Solarino) incontra una ragazza provocante (Chiatti) che metterà in bilico (almeno per qualche giorno) la sua voglia di sposarsi. Ma il capitolo più esilarante è di sicuro quello sulla maturità, dove Carlo Verdone, noto e vanitoso anchorman televisivo (con tanto di parrucchino), viene travolto dall'incontro con una instabile e sensuale stalker (Finocchiaro) in grado di rovinargli famiglia e carriera. Mentre il finale è affidato al romanticismo dell'oltre (ovvero della vecchiaia), in cui un ultrasessantenne professore americano (De Niro) s'innamora della 40enne Viola (Bellucci), figlia del portiere (Placido) dello stabile dove il prof vive. Veronesi ha fatto centro, tanto da essere pronto a realizzare altri due film sul «manuale d'amore» per concludere lo spettro di tutte le possibili relazioni in cui Cupido arriva a mischiare personaggi e situazioni. Un Cupido che stavolta era voce narrante del film, quella di un tassista romano (Propizio) che ne vede e ne fa di tutti i colori. Michele Placido recita nel suo dialetto, «un po' molisano, in omaggio a De Niro, un amico che ho conquistato a suon di mozzarelle di Battipaglia: «Gli sono talmente piaciute - ha detto l'attore - che gliele farò arrivare anche a Cannes», dove il divo americano sarà presidente della giuria. Alla Bellucci invece il compito di spiegare come mai il 67enne De Niro ancora affascini ancora le donne di tutto il mondo: «La scena del bacio tra me e lui è stata molto emozionante, c'era alchimia tra noi e credo che anche lui si sia emozionato parecchio nel baciarmi». Per Verdone, ancora una volta messo in difficoltà da una donna che lo seduce e lo perseguita, «oggi c'è tanta vanità in giro soprattutto da parte di chi ha potere e fa leva sul rapporto con il pubblico. Il mio personaggio, un presentatore televisivo, vive in adorazione del proprio ego, è uno che fino ad allora non aveva mai tradito la moglie, ma solo perché troppo innamorato di se stesso. È anche un ruffiano ed è divertente fargli incontrare una donna inquietante. La mitomania è oggi una sindrome sempre più in aumento, una patologia mentale molto diffusa. In questo ruolo, dove sono di continuo messo in difficoltà, ho dato il meglio di me e certe battute comiche mi venivano spontaneamente. Ora però penserò solo al mio film, sto iniziando le riprese di "Posti in piedi in Paradiso", una commedia girata tra Roma e Parigi, sulle difficoltà economiche di tre padri separati».

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