Non sappiamo riconoscere i talenti
A questo festival è impossibile dare consigli. Ogni parere, ogni considerazione, qualsiasi valutazione storico-critica viene rispedita al mittente. Le idee si dividono in «veccchie» o «innovative». Le vecchie sono tutte quelle degli altri. Da qualche anno è scomparsa la commissione d'ingresso, la giuria di qualità o di esperti che dir si voglia, in sostituzione di una centralità che prende svarioni, non è in grado di riconoscere plagi e valutare gli artisti emergenti. Un deficit che nasce principalmente da un'incompetenza di base ma anche da motivi per così dire esistenziali. Per valutare certe realtà sotterranee e comunque non emerse, occorre poter sostenere uno stile di vita particolare, frequentare club e luoghi notturni dove la musica vive, esser presenti a festival, talent, rassegne minori sparse un po' in tutto il territorio. Un'azione fondamentale da svolgere in squadra, in modo compiuto e puntiforme, passando al pettine fine tutti quei talenti che la stessa tecnologia non consente di mettere in rilievo. Aggiungiamo anche che è scomparso quasi del tutto il contraddittorio, la cui arena naturale era il Dopofestival, abolito perché cantanti e discografici erano contrari. Altro esempio. Così come nella discografia, anche a Sanremo da qualche anno funzionano i duetti: creano interesse, rappresentano un valore aggiunto, fanno discutere, qualche volta sono addirittura fallimentari ma incuriosiscono. Quelli scelti dai cantanti stessi passano, anche perché sono direttamente gli interpreti a pagare (o a non pagare) i colleghi ospiti, visto che l'organizzazione preferisce essere esonerata da quest'altro onere. Qualcuno forse non ricorda che in passato, sicuramente più luminoso dell'attuale almeno dal punto di vista dell'ispirazione, le canzoni venivano presentate in coppia. Forse era anche per questo che il pubblico si appassionava di più alle canzoni, le cantava con ardore fin dal giorno dopo, la radio le trasmetteva e molte rimanevano in classifica fino all'estate. Oggi si canta in coppia ma con la tecnica «sotto spoglie diverse» (Franco Battito) o con responsabilità limitata (Renga, Consoli). Non sarebbe il caso di irrobustire i brani cantandoli in coppia fin dall'inizio? Ah, già, questa è un'idea «vecchia».