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Mille euro azzerano una generazione

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diLIDIA LOMBARDI La sua prima lezione sulla cattedra di sociologia Franco Ferrarotti la tenne nel 1955. La «strana materia», come era percepita, debuttava «nel vecchio Magistero di Piazza Esedra», ricorda il professore. «Da allora mi sono sempre occupato di giovani. Nulla di più naturale. Che cosa sono una società, il suo sviluppo, la sua perpetuazione senza giovani?». E invece, professore, i giovani sono sempre storicamente stati, e continuano ad essere, un problema. Addirittura lei intitola il suo nuovo libro «La strage degli innocenti - Genocidio di una generazione». Non è un'esagerazione, mi creda. Oggi si calcola che, in Italia, un numero crescente di giovani sia senza lavoro. Ma c'è un dato più preoccupante. Un numero crescente di loro rinuncia a cercare lavoro. Non continua a studiare. Vive, o sopravvive alla giornata. Atteggiamento rinunciatario perché sono incapaci di darsi un progetto. Insomma, la colpa è loro? No, il contrario, nonostante la mistificazione psicologistica che da vittime li trasforma in carnefici. Che progetto di vita, di preparazione può fare chi può contare al massimo su un contratto di tre mesi? Altro che apatia. Negli Stati Uniti il precariato è norma. E nessuno tira i remi in barca. Lì c'è storicamente una situazione economica di grande dinamismo. Non significa che sia automaticamente fiorente, badi bene. Infatti oltreoceano c'è crisi. Ma nella vorticosa capacità di cambiamento della produzione tecnologica i contratti a termine sono logici. Insomma, lo slogan "assumere e licenziare" ha un background. In Europa un sistema del genere è inammissibile. La protezione sindacale è fortissima. Tutto ciò si traduce nella protezione di chi ha un lavoro a tempo indetereminato a scapito di chi non ha alcuna occupazione. Eppure l'innovazione tecnologica la hanno fatta geniali giovani. Chi ha inventato in un garage Google, per esempio. Casi limite che non fanno statistica. È vero invece che il nostro sistema economico ha scelto come fattore trainante il progresso tecnologico. Ma è tecnologia priva di scopo "umanistico". Tende al controllo perfetto, alla massimizzazione del profitto. Un prodotto ineccepibile realizzato nel minor tempo possibile. E con minor personale possibile. Una tecnologia, oltretutto, che si modernizza continuamente. Ecco perché i contratti a termine. Un'azienda deve continuamente rimodulare il suo prodotto. E dunque anche il suo personale. Come se ne esce? Con una mediazione sul piano politico. Cercando di contemperare le esigenze di sviluppo tecnico con la sicurezza del posto di lavoro. Il nodo è che la politica non si occupa dei giovani perché li estrania dal suo mondo. Quanti sono gli under 30 che hanno un ruolo politico non marginale? È vero o no che la classe politica di autoriproduce e invecchia? Aumentano tra i giovani alcool, droga, violenza. Anche qui lo scoglio è la mancata formazione di una forza lavoro. E, ancora di più, del buco di educazione. Famiglia, preti, insegnanti, Stato, sindacato hanno abdicato a favore della tv. La quale, pubblica o privata che sia, è eticamente irresponsabile. Scene di sesso, picchi di volgarità e rissosità in prima serata. Le condizioni oggettive non aiutano i valori ad incarnarsi.

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