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Basta con i fattacci sbattuti in tv

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OmarFavaro è uscito di prigione, a lui piacerebbe essere un fantasma, ma i media spiano le sue giornate spese tra discoteche e serate con gli amici. Tra breve uscirà dal carcere anche Erika De Nardo, l'ex fidanzata con la quale Omar uccise il fratellino e la madre di lei (Gianluca De Nardo e Giusy Cassini) esattamente 10 anni fa. E già si sa che la ragazza si è laureata con 110 e lode in filosofia e non vede l'ora di metter su famiglia. Stasera verrà invece ricordato un altro dramma. A meno di un mese dalla ripresa del processo di appello contro la Knox e l'ex fidanzato Raffaele Sollecito (la prossima udienza sarà il 12 marzo) andrà in onda sul canale via cavo Usa Lifetime il film dedicato ad Amanda Knox, condannata in primo grado a 26 anni di carcere per l'omicidio di Meredith Kercher a Perugia. Nel cast di «Amanda Knox, Murder on Trial in Italy» diretto dall'austriaco Robert Dorhnelm ci sono Hayden Panettiere (Amanda?, il premio Oscar Marcia Gay Harden (la madre di Amanda) e Paolo Romio nei panni di Sollecito. Quando l'anno scorso al regista venne l'idea di produrre una film sulla storia, Amanda con i suoi avvocati e il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito avevano mostrato il loro dissenso giudicandolo inopportuno. A scagliarsi contro la produzione del film sono stati anche i genitori di Meredith che tramite il loro avvocato hanno chiesto di bloccare la messa in onda del trailer del film sull'omicidio della figlia. Ai familiari di Meredith è stata riaperta la piaga risvegliando il loro dolore nel vedere quel trailer, con dettagli morbosi sulla efferatezza dell'assassinio della ragazza. Hanno quindi chiesto che la versione integrale del video fosse immediatamente ritirata da tutti i canali possibili, compreso Youtube. Se i difensori di Sollecito sono pronti a chiedere «un grande risarcimento», gli avvocati della giovane americana condannata in primo grado hanno diffidato Lifetime Tv per la distribuzione, la divulgazione e la messa in onda della fiction su Amanda Knox. Ma Liftime non ha certo rinunciato al colpaccio mediatico e il successo della fiction sembra assicurato, anche perché ciò che interessa maggiormente al regista «è mostrare la psicologia, la personalità della protagonista e il suo lato oscuro, piuttosto che il crimine commesso e la ricerca dei responsabili». La fascinazione del male colpisce ancora, ma a forza di esaltarne i contorni si rischia il contagio e l'epidemia.

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