Il lato oscuro del multiculturalismo
Volevasolo farsi la sua vita. Per suo padre era già troppo. Hina Saleem era pachistana e aveva poco più di vent'anni. Nell'estate del 2006 conviveva a Brescia con il suo fidanzato italiano Beppe Tempini, un operaio di 33 anni. Hina lavorava in una pizzeria, l'Antica India, perché voleva essere autonoma. Perché voleva farsi la sua vita. La famiglia, però, aveva altri progetti per lei. Il padre Muhammad era arrivato in Italia dal Pakistan e aveva portato con sé le usanze del suo Paese. Anche quella di scegliere per le figlie un marito pachistano, secondo la tradizione dei matrimoni combinati. Hina, invece, voleva farsi la sua vita e nel diario scriveva: «All'inizio frequentavo i miei amici a Brescia, ed ero un po' gelosa perché non potevo fare tutte le cose che facevano le mie amiche: andare fuori a divertirsi, scherzare, ridere». I rapporti tra Hina e la famiglia d'origine si fecero sempre più tesi. La scoperta del fidanzato italiano fu l'ultima goccia nel mare delle incomprensioni e dell'incomunicabilità. Hina scrive ancora: «Per i miei genitori, che seguono le tradizioni pachistane, la scuola e il lavoro non sono cose importanti. Per loro una ragazza dovrebbe occuparsi della casa e dei fratelli». Hina era una ragazza coraggiosa ma consapevole di camminare sul filo del rasoio. «Ho sentito che la mia mamma diceva a mio papà: "Io convincerò Hina ad andare in Pakistan e se non vorrà inventiamo un piano tutti insieme". Ma non so quale - confessò - So solo che mi faranno del male. Perciò fate presto, portatemi via da questo inferno, perché prima o poi il mio papà qualcosa me lo fa». Hina Saleem è stata uccisa con venti coltellate, sgozzata e poi sepolta nell'orto di casa. Il delitto è stato scoperto quasi subito dal fidanzato italiano che andò a cercarla in casa e rinvenne la sepoltura fresca. Il padre Muhammad venne condannato con i familiari che presero parte al massacro. La drammatica storia viene ripercorsa in «Hina - Questa è la mia vita», libro-inchiesta scritto a quattro mani da Giommaria Monti e Marco Ventura, edito da Piemme. I due giornalisti ricostruiscono la vicenda come un romanzo, basandosi fedelmente sulle pagine del diario di Hina, sui documenti e sulle testimonianze di chi l'ha conosciuta. Lo scontro omicida tra culture è ancora oggi sotto i nostri occhi. La sua attualità spiega il successo del video della Bbc in cui i due autori del libro intervistano in esclusiva il padre di Hina detenuto nel carcere di Ivrea. L'intervista trasmessa dalla Bbc è stata la più vista anche on line. Per cercare di capire. Per provare a non dimenticare.