Il Bel Paese canterà a Dusseldorf
Èsicuramente una buona notizia il ritorno dell'Italia all'Eurofestival, che adesso si chiama Eurovision Song Contest, evento che il 14 maggio a Dusseldorf vedrà in gara ben 43 nazioni. Una manifestazione nata nel 1956 e che in un lungo cammino ha attraversato momenti di luci ed ombre. Inizialmente pensata come una sorta di Champion Legue della canzone si trasformò in una crocevia di generi e stili vagamente pop ma progressivamente sempre più lontani dal mercato. Eppure a quella pedana - che cambia città e nazione dipendentemente dal vincitore - devono qualcosa molti cantanti di lunga e prestigiosa carriera, fra cui Julio Iglesias, Lulu, Abba, Sandie Shaw e molti altri. Due le vittorie italiane, Gigliola Cinquetti nel 1964 e Toto Cutugno nel 1990 con «Insieme 1992», due interpreti di lunga frequentazione sanremese. A partire dal 1997, l'anno della vittoria dei Jalisse (che comunque si piazzarono onorevolmente), la Rai decise di uscire dalla manifestazione, presumibilmente per motivi di costi e forse anche di share deludente. Oggi torna sui suoi passi, con una presenza massiccia nella prossima edizione. Raidue trasmetterà la diretta con il commento della Gialappas, mentre in studio ci sarà Francesco Facchinetti. Spazi anche su RadioRai e su Rai 5. Negli ultimi anni l'Eurovision Song Festival - che conta su un numero di appassionati in tutta Europa davvero sbalorditivo - è diventata una manifestazione di notevole contaminazione, offrendo spazio e trionfi a cantanti e gruppi di varia provenienza, fra cui la transex Dana International, Helena Paparizou e Dima Bilan. La commissione non si è ancora espressa sul nome del rappresentante italiano. Per anni si trattava di una scelta obbligata, toccava al vincitore del Festival di Sanremo e le beghe, semmai, riguardavano soprattutto gli anni della doppia esecuzione (epiche le litigate fra Claudio Villa e Domenico Modugno), mentre per le nazioni prive di una rassegna equivalente(la maggior parte) si designava un interprete comunque significativo. È auspicabile che prevalga ancora la logica del vincitore, anche se talora decretò la fine di importanti sodalizi. Nel 1987 il trio Tozzi-Ruggeri-Morandi bisticciò proprio quando si trattò di rappresentare l'Italia.