dall'inviato a SANREMO Le canzoni celebrative piacciono più di quelle in gara.
Giàda oggi è in vendita la compilation Rai Trade, anche con il Radiocorriere Tv. «L'italiano» 8 Quando Cutugno la eseguì su questo stesso palco, 28 anni fa, tutti noi critici austeri sogghignammo. Invece stavolta poco ci mancava che scendesse la lacrimuccia. Tricarico sussurra, Toto raschia l'ugola, ma qui non serve intonare. È l'inno trash-pop degli italiani all'estero, tutti possono accennarla. E funziona il trucco retorico di farne cantare il finale all'Ariston ai figli degli immigrati. «Mille lire al mese» 4.5 Niente da fare. Patty è un prestigioso reperto museale, ma non facciamole più aprire bocca. Diamole un riconoscimento alla carriera, e scriviamo che ha cantato magnificamente. «'O surdato 'nnamurato» 7.5 Dite che Vecchioni è lombardo? Ma ha un dna partenopeo: e qui ci mette anema e core. Sembra Ranieri. «Viva l'Italia» 7.5 Il bardo del Resegone spezza l'ampolla con le acque sacre leghiste. Arrangiamento folk-rock irlandese, voce scura. Italianizziamo Van De Sfroos. «Parlami d'amore Mariù» 7.5 I La Crus omaggiano De Sica padre, ma non aspettatevi i telefoni bianchi. L'atmosfera è soavemente anni Sessanta, complici gli Gnu Quartet. «Va' pensiero» 5.5 Al Bano affronta il suo coevo Verdi, e complice il coro con tenore e soprano, piazza uno spot carroccesco antimameliano (Dai, Carrisi, stiamo giocando). «Il cielo in una stanza» 5 Fa un po' cover da matrimonio jazz. Questo suo cantare sincopato sembra un telefonino che perde il campo. Giusy polverizzata da Mina. «Il mio canto libero» 7 Anche Nathalie rischiava lo stritolamento, ma ha la leggiadria di non sembrare più una concorrente di Xfactor. L'elegia battistiana, sospettata di essere di parte, recuperata nella sera dell'unità. «Addio mia bella addio» 4 Ecco, magari il Quarantotto potevamo evitarcelo. Barbarossa e Rosario avrebbero potuto fare scelte più moderna. Che so, «Tapum» o «La Gigia l'è malada». «Mamma» 7 È la prova che la Tatangelo aveva toppato la canzone in gara. Qui, a mezza voce, sfida Villa. Claudio, mica Pancho, anche se il poema dell'amor filiale diventa una rumba. «Mamma mia dammi cento lire» 6 R&B e nostalgia da emigranti. Pezzali sembra davvero (quella cravatta...) uno da bastimento in terza classe. Arisa pare Orietta Berti. «La ballata di Sacco e Vanzetti» 6.5 A proposito di America. Emma non è Joan Baez, e l'idea di fondo è la stessa del duetto in concorso con in Modà. Pubblicità occulta. Però ci può stare. «'O sole mio» 5 La Oxa sa che sporcare questa reliquia sarebbe sacrilegio. Infatti lo fa. Si butta nel funky, optando per la "It's now or never" presleyana. Sembra l'avatar di Whitney Houston. «La notte dell'addio» 7.5 Per Madonia e Battiato scelta spiazzante. Il brano della Zanicchi di mille festival fa non se lo ricorda nessuno. Furbi a evitare confronti. Franco dirige. «Rinascimento» 7 Giberna torna a fare il suo mestiere, con l'inedito di Mogol musicato da Gianni Bella prima della sua malattia. Si parla della rinascita morale di un uomo e di un Paese. Gianni si commuove. Ste. Man.