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La casta s'ingrassa col Bel Paese

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Villette ai lati dell'antica via Appia a Giugliano, Napoli

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Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini, ghignava Pasquino per fustigare gli scempi perpetrati dalla famiglia romana salita sul trono di Pietro con Urbano VIII. L'orgia del potere lo convinse a fondere i bronzi per Pantheon per farci il suo baldacchino in San Pietro. Storie vecchie, il saccheggio del Bel Paese dura da duemila e passa anni. Ma negli ultimi cento è diventato parossismo. Così Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, i novelli Catone della casta di potenti e corrotti che ingrassa succhiando il sangue all'Italia, evocano non i barbari, ma i vandali nel loro nuovo libro-sos per i nostri beni culturali. «Vandali - L'assalto alle bellezze d'Italia» è un agghiacciante tour dello Stivale. Un grido di dolore per lo sfregio alla bellezza del territorio, che ci rende unici al mondo. L'indice è puntato sui profittatori minimi e massimi. Sui palazzinari come sul furbetto del quartierino che da un rudere tira su una villa in piena zona archeologica. Ma soprattutto sui politici. Le loro auto blu costano due volte e mezzo l'intero stanziamento per i Beni culturali, quantificano Rizzo e Stella. Fondi oltretutto dimezzati in dieci anni, forse anche nella convinzione, come dice il ministro Tremonti, che la cultura non si mangia. Invece ci si potrebbe mangiare benissimo e tutti, se non si ascoltasse solo la sirena per proprio machiavellico particulare. La conferma viene dal caso Della Valle-Colosseo.  Il patron Tod's s'è riciclato mecenate e sgancia 25 milioni di euro per risanare l'Anfiteatro Flavio. Il ritorno sarà accoppiare il marchio delle sue scarpe al monumento più famoso del mondo. Un affarone. Oltretutto gli consente di abbattere gli utili (90,6 milioni nel 2009) e pagare meno tasse. «Sui 25 milioni investiti in questo modo - scrivono Stella e Rizzo - si può risparmiare fino al 34%, cioè 8,5 miliardi. Di fatto, il restauro del Colosseo sarà pagato per due terzi da Della Valle e per un terzo dallo Stato». Un modo non solo furbo ma intelligente da entrambe le parti di spendere per l'Italia. E invece spesso il Palazzo depreda. Come nel 2004 sul tetto della Biblioteca del Senato, di fronte al Pantheon. Vi si installò una verandona per «serate culturali». L'idea era di Angelo Balducci, l'uomo-simbolo della «cricca». L'abuso fu rimosso, il costo (uno o due milioni?) lo abbiamo pagato tutti noi. Dal centro alla periferia, la via Appia. La foto qui accanto è eloquente. A Roma, poi, il Parco archeologico della «regina viarum» è una barzelletta, con auto e camion che ci sfrecciano sopra. C'è anche una concessionaria Hyundai, da vent'anni in contenzioso con Comune e Sovrintendenza. Il proprietario ha avuto decine di ingiunzioni ma non si muove. Si muovono solo gli autotreni che scaricano lamiere in forma di auto per il suo «Centro Motoristico Appia Antica».

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