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San Gennaro, al Tesoro pensaci tu

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diANTONIO ANGELI È un profluvio di oro, metalli rari, pietre preziose di inestimabile valore e di tutti i colori. Ieri è stata presentata a Roma in pompa magna al Senato la mostra «Le Meraviglie del Tesoro di San Gennaro. Le pietre della Devozione», che avrà luogo a Napoli in sette differenti strutture museali nel centro storico della città, dall'8 aprile al 12 giugno. L'esposizione verrà successivamente replicata a Roma a Castel Sant'Angelo. Accompagna la mostra un enorme libro illustrato, realizzato da Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro e da Franco Recanatesi: «Le dieci meraviglie del Tesoro di San Gennaro», edito dal Poligrafico dello Stato. L'esposizione prende il via dopo un'attento esame dell'intero tesoro: in totale ventunomila opere realizzate in sette secoli di storia. Il Tesoro di San Gennaro è il più importante al mondo per valore artistico ed economico: questa la certificazione dei sette ricercatori che hanno indagato sulle opere e le singole pietre (oltre duemila fra diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri, perle) per quasi tre anni. Il Tesoro di San Gennaro è superiore come ricchezza al Tesoro della Corona d'Inghilterra e a quello dello Zar di Russia. L'esposizione è un evento storico: per la prima volta le opere più prestigiose sono sotto gli occhi del pubblico, integralmente. Il Tesoro, frutto di secoli di devozione di sovrani e persone semplici, è grandioso, bellissimo, da togliere il fiato. Uno spettacolo superbo. Tra i tantissimi oggetti ci sono opere simbolo di un'epoca e, contemporaneamente, senza tempo. A San Gennaro il tesoro della regina d'Inghilterra, con rispetto parlando, gli fa un baffo: si dice con soddisfazione per i vicoli di Napoli. E da oggi lo certifica anche un pool di esperti gemmologi. Ma oltre a questo c'è il valore del legame spirituale e storico tra San Gennaro e la sua città. «C'è un rapporto speciale, confidenziale, inscindibile tra l'homus napoletanus e il suo Santo», ha spiegato Jean Louis Godart, consigliere del Presidente della Repubblica per la conservazione del patrimonio artistico. «Il Tesoro è speciale - ha aggiunto - in una città che ha sopportato continue e diverse dominazioni, in una città che ha vissuto tanti drammi il grido di dolore diventa oro e gemma pura». E si sente un po' napoletano anche Vittorio Sgarbi che, per sua stessa ammissione, di Napoli non è un'esperto, e che lancia una proposta: esportare la mostra a New York, Parigi, Colonia per dimostrare al mondo che Napoli non è solo degrado e immondizia. «Un patrimonio infinito ben vivo e presente, basta solo scalfire la superficie. Il mondo - ha letteralmente gridato Vittorio Sgarbi - ha bisogno di San Gennaro e Napoli ha bisogno di San Gennaro nel mondo». Per sottolineare il legame speciale tra la città e il Santo Sgarbi ha letto un aneddoto raccontato nel libro. Alcuni anni fa fu data la possibilità, nel giorno della ricorrenza di San Gennaro, di festeggiare anche altri santi, il che fu vissuto, a Napoli, come una sorta di retrocessione del Santo in serie b. La popolazione s'indignò e su molti muri apparve la scritta: «San Genna'... futtetenne».

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