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Scalfari al suo posto: in cattedra

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Numerouno. Sempre. I governi passano, lui resta. E giudica. Impartisce lezioni. Sta al suo posto naturale: in cattedra. Anche ieri sera, nella cornice - allacciate le cinture - «Democratica Scuola di politica». Occhio, non «Scuola Democratica», ma la ben più pregnante, unica e inimitabile «Democratica Scuola». Che differenza c'è? Nessuna. Come tutte le pensate di Walter Veltroni, non conta cosa c'è dentro, ma il maquillage. Ecco allora Eugenio tenere la lectio che nel suo caso non può non essere anche magistralis. Luogo con qualche vibrazione cimiteriale: Teatro di via del Mortaro 22, vabbè, vicino a via del Tritone per chi conosce Roma. Ore 18. Le sei e non le cinque della sera. Scalfari. Puntini di sospensione. Emozione. Lui, il padre di tutti noi giornalisti, massì anche di quelli non democratici, dei non progressisti, dei destri puri, spuri e impuri e dei figli degeneri che da ragazzi lo leggevano avidamente, per poi coglierne un altro significato, svoltare al contrario e restare poveri. Che volete farci, ha fondato un giornale, l'ha venduto (benissimo), continua scriverci articolesse imperdibili fonte di dibattiti colti talvolta malraccolti, dialoghi con Io e i Filosofi dei libroni, Eugenio fa ancora con entusiasmo invidiabile tutto questo lavorìo d'intelletto, e in più ha il tocco magico finale, quello che conferisce l'allure, la griffe sotto la nobile testata: Fondatore Eugenio Scalfari. A sinistra di un tipetto di Dronero (Cuneo) tosto e sul ponte di comando dal 1996: Direttore Ezio Mauro. Torniamo a Lui, Eugenio. Oltre ad esser pubblicato da Einaudi e stare nel salottone dei Meridiani Mondadori, sa fare anche il riempista? Una nota di «Democratica» (sempre quella, la Scuola) spiega che - prendete l'aspirina - «la lezione si inserisce nel ciclo che la Scuola di politica dedica al Lessico democratico e che è stato aperto la scorsa settimana dal Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso con grande successo di partecipazione. Gli incontri di solito si svolgono presso la scuola in via Tomacelli 146, ma la lezione di Eugenio Scalfari è stata spostata in una sala più capiente per poter ospitare il gran numero di iscritti». Italiano a parte, abbiamo capito che Scalfari ha ancora un grande successo, il problema è solo come trovare la formula per declinarlo con il veltronismo al quale il Fondatore ri-guarda con grande speranza perché Walter è l'unico capace di raccontare un «sogno». I maligni direbbero che si tratta di un conio berlusconiano, di un clichè degno di un Caimano. Ma il sogno è anche l'Utopia e Scalfari a questa lieta novella non ha mai rinunciato. Progresso e Lumi. Santi Numi.

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