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Vaime l'artista del dubbio

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Una«stanza» (sì, proprio come quella di Montanelli) in cui poter parlare di tutto, dalla politica al cronaca nera, sullo sfondo più generale dell'attualità. Ma si prova quasi nostalgia per l'antecedente, che si chiamava «Trafficando». Dopo anni di silenzio stampa, di lavori dietro le quinte e firmati in qualità di autore (celebri le collaborazioni con Maurizio Costanzo), Vaime era tornato in tv - sempre su La7 - per uno dei mestieri più «umili» del piccolo schermo, quello delle notizie inerenti al traffico. Umile almeno quanto importante e seguito, dagli automobilisti. Ma a poco a poco il conduttore-autore lo spazio se lo è conquistato e si è imposto al pubblico come un anchorman, con bizzarre notizie sul traffico intercalate da opinioni personali sull'attualità, per l'appunto. È qui che si innesta il programma «Il dubbio». La trasmissione fa parte del più ampio contenitore di Omnibus, che dà il buongiorno a molti italiani - in piedi alle 7 del mattino - con la consueta rassegna stampa. Dopodiché si passa alle notizie: verso la fine (siamo arrivati alle 10 del mattino), sullo schermo compare Enrico Vaime, che si è riservato una decina di minuti per dire la sua (dai sei agli otto minuti, per essere più precisi). Quei preziosi secondi li sfrutta per fare il verso ai politici alle prese con la cantilena «dimettiti tu, No, dimettiti prima tu». Una situazione che Vaime definisce «imbarazzante, in questo Paese che è una vecchia fattoria piena di oche» (da «Il dubbio» del 25/01/2011). Sempre lo stesso giorno definì l'attuale panorama come un «imbambolamento generale». Insomma se volete avere delle notizie con un occhio critico sull'attualità troverete pane per i vostri denti. Non solo politica però. A ridosso delle Feste, Vaime (puntata del 24/12/2010) parlò di famiglia e del fatto che «tutti quanti, tranne i tacchini, siano d'accordo su una Festa come il Natale». Il giorno dopo non risparmiò critiche su «la violenza sui minori, problema nazionale». Nella puntata di ieri si è dilungato sulla situazione in cui vertono gli Stati: dalla Turchia al Belgio che, da mesi e mesi, è semplicemente senza governo. Unica nota stonata: molti telespettatori sono già al lavoro verso le 10, ora in cui Vaime va in onda.

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