L'Unità si celebra Ma al risparmio
Nell'anno del 150enario dell'Unità d'Italia, nonostante la crisi, i festeggiamenti saranno all'altezza: il 17 marzo sarà Festa Nazionale e il 2 giugno i capi di Stato di mezzo mondo saranno nella Capitale. Giuliano Amato ha l'aria di uno di quegli attori che hanno lasciato la scena troppo presto. Vederlo e sentirlo, ormai, è una rarità. Ma quando si appalesa si sente l'eleganza di un tocco freschissimo. In piena bufera politica, tra escort e bunga bunga, ieri è stato presentato il Programma nazionale degli eventi per i 150 anni dell'Unità d'Italia e Amato, presidente del Comitato dei garanti per le celebrazioni, ha salutato i giornalisti di mezzo mondo con una chiarificazione semplice semplice: «Ho sentito - ha detto - delle polemiche sulla targa messa sullo scoglio di Quarto per commemorare la partenza dei Mille. C'è chi dice che sia arrugginita. Non è vero. Quella targa ha una placca che deve apparire invecchiata e comunque viene periodicamente messa a bagno in uno speciale liquido che impedisce che si rovini». E poi non ha rinunciato alla battuta: «In quel liquido vengono messi a bagno anche tutti i membri del Comitato, per mantenerli giovani». Insomma, la situazione sarà pure quello che sarà, il governo regge o forse no, comunque l'Unità non si tocca, è di tutti e non arrugginisce. Un'Unità che sarà degnamente celebrata a partire dal 17 marzo (data in cui Vittorio Emanuele proclamò nel 1861 il Regno d'Italia). Quel giorno, che sarà Festa Nazionale, ma solo per il 2011, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Roma, andrà prima al Milite Ignoto, poi si recherà al Pantheon, alla tomba di Vittorio Emanuele. «È stato il primo capo dello Stato italiano - ha spiegato Amato - ed è per questo che il presidente della Repubblica andrà a rendergli omaggio. E questo non ha nulla a che vedere con i suoi successori e su eventuali polemiche sul fatto che debbano essere seppelliti lì. L'Italia fu fatta da Garibaldi, Mazzini, Cavour e da Vittorio Emanuele II, questo dice l'iconografia classica e per questo va ricordato». Una giornata importantissima sarà anche il 2 giugno, ha spiegato ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta: «Presidenza della Repubblica e Presidenza del Consiglio hanno concordato di invitare alla sfilata i capi di Stato dei 26 Paesi dell'Unione europea, degli Usa, della Russia e dei Paesi in cui le comunità italiane sono più radicate, come l'Argentina, il Brasile e l'Uruguay». Saranno moltissimi i capi di Stato a Roma per i 150 anni dell'Unità, e tra questi Barak Obama e Dimitry Medvedev. Gli eventi percorreranno l'intera Penisola per tutto l'anno, coinvolgendo fortemente i mezzi d'informazione. Da Radio Rai, che dedicherà spazi all'interno dei suoi programmi, ai concerti di musica classica e i film sul Risorgimento su Mediaset, passando per il Giro d'Italia, la Coppa Italia di Calcio e il Festival di Sanremo. L'idea di unire eventi slegati e consueti sotto il tricolore dei 150 anni è stata, in parte, del ministro La Russa, che ha sollevato di un po' di lavoro i membri del Comitato. E anche se il programma ufficiale prevede eventi soprattutto a Roma (dalla riqualificazione del Gianicolo trasformato in Parco della Memoria, al Nabucco diretto da Muti all'Opera) si festeggerà in tutto il Paese, specialmente in una «Notte tricolore» tra il 16 e il 17 marzo. Un posto speciale per le celebrazioni lo avranno Torino e il Piemonte: «Sarà un anno in cui Torino tornerà a sentirsi la capitale d'Italia», ha affermato il sindaco Sergio Chiamparino, elencando il fitto programma di eventi finanziati, in gran parte, da sponsor privati per raggiungere la cifra, non stratosferica, di 50 milioni di euro. Perché, non dimentichiamocelo, il motto dell'Italia oggi sembra essere: bambole non c'è una lira. Queste le iniziative torinesi che Chiamparino ha voluto ricordare: la valorizzazione della Reggia di Venaria, gioiello barocco alle porte della città, con mostre ed eventi sulle eccellenze italiane, le esposizioni previste alle Officine Grandi Riparazioni dove, nell'800, venivano riparati i vagoni ferroviari, in più, a Palazzo Madama. sarà ricostruito il primo Senato d'Italia. A riportare tutti al momento attuale ci ha pensato il presidente della Regione Piemonte, Robero Cota, che ha ricordato che, ora come allora, il federalismo è l'obiettivo da raggiungere. Chiamparino, informalmente, ha detto che tutto questo arriva al termine del suo mandato. Gianni Letta gli ha risposto che certamente non ha finito di lavorare per il Paese. Il sindaco di Torino con umorismo ha risposto: «Ma lei già sta facendo il nuovo governo? C'è posto anche per me?» La situazione è quello che è. Ma l'Unità non si tocca.