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Una prof troppo brava nella fiction senza gnocche

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Nellesei puntate de «I Fuoriclasse», prodotta da Rai Fiction con Itc Movie e diretta da Riccardo Donna, l'attrice veste i panni della prof di lettere Isa Passamaglia. La serie tv racconta l'intero anno scolastico del liceo Caravaggio, a rischio chiusura per mancanza di fondi, ricreato negli interni dello storico liceo classico Cavour di Torino: all'interno emerge il ritratto della variegata umanità che ruota intorno alla scuola. La commedia racconta le vicende di insegnanti e alunni attraverso gli occhi di una prof che ama la scuola e cerca di cambiarla. Un ruolo perfetto per l'attrice che torna così al suo ex impiego di insegnante di musica (fatto per nove anni) proprio in una scuola di Torino. La fiction cerca di proporre una riflessione sull'attualità della scuola con il tentativo di fidelizzare i ragazzi alla tv, parlando dei loro problemi. La prof Littizzetto ha anche un marito (Neri Marcorè) che è scappato alle Mauritius con la ventenne di turno e un figlio (Lorenzo Vavassori) con il quale non riesce a comunicare molto. Unico spasso (per lei) è Fausto Sciarappa, il brillante professore di matematica Enzo Vivaldi che, dopo la separazione dalla moglie, corteggia la docente di lettere senza tregua. Accanto a loro, una serie di bravi attori, come Ninni Bruschetta, Fabrizia Sacchi, Blas Roca Rey, Roberto Citran e Andrea Bosca. Mentre Mariella Valentini interpreta suor Clotilde, preside dell'istituto. La serie, ben scritta da Domenico Starnone, è uno spaccato sulla scuola dove emergono personaggi facili da incontrare nella vita di tutti i giorni: c'è quello incarognito (come Citran), l'arrivista (come Bruschetta) o il sentimentale (come Sciarappa). Nel liceo s'incrociano le vite di studenti e soprattutto di professori, che a volte si fanno la guerra, ma tutto sommato restano attaccati al loro lavoro. (E di questi tempi sarebbe strano che non fosse così!). L'idea è accattivante, la prof Littizzetto è più che credibile nei panni dell'insegnante idealista, ma forse per appassionare i giovani occorre ben altro che una fiction sulle mancanze del mondo scolastico, sebbene edulcorate dalla giusta ironia. Interessare i ragazzi di oggi è un'impresa difficile, così abituati come sono a parlare linguaggi tecnologici, gestiti da Facebook, iPad, iPod, iPhone. La prof agè rischia di essere (per loro) troppo distante e troppo prevedibile.

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