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Mail anonima accusa l'Academy e boicotta l'Oscar a Firth

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Unacampagna anonima di email che rispolvera vecchie accuse contro il padre della Regina Elisabetta Messaggi firmati da «un membro dell'Academy» e indirizzati agli altri giurati mirano a scoraggiare un voto a favore di Firth la cui interpretazione del sovrano approdato al trono dopo l'addio del fratello maggiore nel 1936, gli ha fatto vincere un Golden Globe. Molti dei membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences appartengono a famiglie ebree scampate alle persecuzioni naziste in Europa. Nella mail si sostiene che il padre della Regina si adoperò «attivamente» per bloccare gli sforzi degli ebrei in fuga dalla Germania di stabilirsi in Palestina, un territorio allora controllato dalla Gran Bretagna mentre il film, che si concentra sugli sforzi del re di superare la balbuzie, sorvola bellamente sulla verità storica. «Quando si è trattato di lavorare attivamente per bloccare l'esodo degli ebrei dalla Germania di Hitler verso la Palestina Giorgio riusciva a comunicare molto eloquentemente», si legge nel messaggio. I Golden Globes sono considerati "precursori" per gli Oscar e Firth ha vinto nella categoria miglior attore drammatico. La tesi della mail, che cita una lettera scritta nel 1939 dal re a Lord Halifax, all'epoca capo del Foreign Office, non è nuovissima, anche se Andrew Roberts, uno storico britannico citato dal Daily Telegraph, l'ha liquidata come una forzatura: «È vero che il re voleva limitare l'emigrazione degli ebrei in Palestina, ma quella, seppur miope alla luce di quanto stava succedendo in Europa, era la politica del governo di allora. Estrapolare dalla lettera che Giorgio VI era antisemita è ridicolo». La Gran Bretagna accolse circa 70mila profughi ebrei prima della Seconda Guerra Mondiale tra cui 10mila bambini. Ma sui membri dell'Academy la mail del giurato anonimo che si è sentito costretto dal «dovere morale» a rilanciare le accuse, sembra avere avuto un pesante effetto e molti non voteranno per «King's Speech». Sette Golden Globe sono intanto andati a tre film presentati allo scorso festival di Roma. La 68esima edizione del prestigioso riconoscimento assegnato dalla Hollywood Foreign Press Association ha visto infatti trionfare «The Social Network» di David Fincher con 4 premi (Miglior film drammatico, Miglior regista, Migliore sceneggiatura e Migliore colonna sonora); «The Kids Are All Right» di Lisa Cholodenko (migliore commedia e migliore attrice in una commedia, Annette Bening). Infine, il premio per il Miglior film straniero è andato a «In a Better World» di Susanne Bier sempre presentato al festival capitolino. Din. Dis.

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