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C'è un po' di Gershwin e di Allen nei bassifondi della Grande Mela

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Unospettacolo di qualità che coinvolge il nome di Arthur Miller come creatore sia del dramma originale, «A View from the Bridge» (Uno Sguardo dal ponte) che, a quattro mani con Arnold Weinstein, del libretto relativo. La musica di William Bolcom, diretta con determinazione da David Levi, ha il sapore prettamente americano di certe pagine di Menotti, Gershwin o Bernstein (magari passando per certo Britten) e sembra quasi attutire la brutalità del plot narrativo, evidenziato invece da un allestimento realistico firmato registicamente da Frank Galati e scenograficamente da Santo Loquasto, noto collaboratore di Woody Allen. L'ambiente degradato dei bassifondi di New York, col suo spaccato portuale pieno di immigrati italo-americani (spesso clandestini), esalta un teatro fatto di emozioni forti, di sentimenti primitivi e talora brutali, come l'ambiguo sentimento del siciliano Eddie Carbone per la figliastra Catherine, che innesca una pericolosa rivalità ravvicinata col giovane clandestino Rodolfo. Il privato ed il pubblico sembrano quasi mescolarsi in scena: da una parte lo squallido appartamento della famiglia di Carbone, dall'altra su un ponte il coro degli scaricatori e dei loro familiari, quasi onnipresente testimone della vicenda alla maniera della tragedia greca antica. Completano il quadro spazi di proiezioni occhieggianti all'era post-industriale e alle periferie degradate. La grande orchestra, ben organizzata nella scrittura musicale, non sovrasta mai né i cantabili (come l'aria tenorile di Rodolfo "When I am rich", in cui basta il sogno di una motocicletta per sentirsi ricchi) che i molti fluidi recitativi declamati a dare forza e credibilità al dramma culminante nella scazzottata della fine del primo atto e del duello finale in punta di coltello che porterà alla morte del protagonista. Applauditi alla fine i giovani e bravi interpreti, ma anche il poliedrico coro e il direttore per un allestimento giudiziosamente moderno e quindi per i più accettabile. Applausi calorosi nonostante si tratti di un'opera nuova.

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