Belen frena le critiche
diDINA D'ISA Scatta oggi la vera sfida di Natale al cinema e si apre lo scenario della battaglia tra gli ultimi 10 film in uscita. Su tutti campeggia il tradizionale cinepanettone («Natale in Sud Africa», da stasera in 800 copie) prodotto da Aurelio De Laurentiis, diretto da Neri Parenti e interpretato da un ricco cast. Accanto all'immancabile Christian De Sica, spiccano Max Tortora, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Serena Autieri, Barbara Tabita, Laura Esquivel (idolo delle giovanissime) e la sexy Belen Rodriguez. Un film per famiglie quello di quest'anno, per la prima volta presentato in anteprima alla stampa, con un'anima più soft rispetto alle passate battute di sesso e volgarità. Se De Sica e Tortora sono due esilaranti fratelli in conflitto (nel primo episodio), Belen appare al massimo in tanga e reggiseno nella seconda parte: interpreta una entomologa a caccia di una rarissima farfalla ed è corteggiata da un macellaio (Panariello) e un chirurgo (Ghini). Tra le mille avventure del singolare trio anche quella di essere catturati dai selvaggi che «praticano» il bunga-bunga. De Sica, osannato da von Donnersmarck, che lo ha scelto nel suo thriller «The Tourist», nel ruolo di un poliziotto corrotto, si augura di andare presto a lavorare a Hollywood, «De Laurentiis permettendo. Anche perché il regista tedesco mi ha apprezzato proprio vedendomi recitare in "Natale a Beverly Hills". E la Filmauro rimarrà sempre la mia famiglia». È stata però Belen ad essere tempestata da mille domande (alle quali ha risposto parlando di se stessa e di politica) e alla fine ha avuto anche un piccolo crollo emotivo per una battuta di troppo da parte dei giornalisti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata probabilmente l'indiscrezione sullo spot dei telefonini, che non piacerebbero ai consumatori a causa della sua presenza. Ma è solo l'ultimo capitolo di una lunga serie: dalle polemiche sulla droga e sulla sua partecipazione a Sanremo ai riflettori sul suo discusso fidanzamento con Corona, tornato ad essere stabilmente «il mio amore». Ma «il vero scandalo - per Belen - è quello di chi lavora in politica, ma prima ha fatto i calendari. Sono stufa di leggere articoli in cui si scrive che non ho fatto niente: sono una showgirl e faccio tutto con impegno, mi sembra di aver dimostrato di saper condurre programmi, ho anche suonato e cantato e mi pare di averlo fatto carinamente. Lo so che ho ancora tanto da imparare ed è vero che sono veramente dappertutto, ma quale ragazza rinuncerebbe a fare lo spot della Tim, a condurre "Scherzi a parte" e Sanremo e a interpretare il film di Natale? E a chi dice che la pubblicità dei telefonini è controproducente perché io sono troppo inflazionata o volgare, rispondo che sono stati gli spot ad inflazionare me e i pantaloncini corti che indosso nella pubblicità me li ha messi la produzione. In questo film, il mio debutto al cinema, spero di essere credibile. La prima volta sul grande schermo è come la prima volta a letto, imbarazzante. Certo, il mio ruolo per "Natale in Sud Africa" è quello della sex symbol, ma quando si gira un film con tanti professionisti, ai quali professionalmente non puoi nemmeno allacciare le scarpe, allora non si può che mostrare il lato B. E poi basta con queste ipocrisie italiane: a tutti piace vedere un corpo bellissimo». Aurelio De Laurentiis è apparso soddisfatto della scelta di Belen, tanto che sta pensando di confermarla anche per il prossimo cinepanettone: «Aver girato in Africa ci ha permesso di realizzare una storia più avventurosa - ha detto il produttore che, tra tutti i film rivali delle feste natalizie, teme solo "Megamind" - De Sica e Tortora hanno rischiato grosso con un elefante africano, che non è mansueto come quelli indiani. Per Tortora il vero incubo erano però le rane e il babbuino, che per rubargli la cioccolata, si ritrovava puntualmente la sera nella sua stanza. E Max si rintanava nella camera di Autieri e Tabita, dormendo sul divano, ovviamente».