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Ci vuole coraggio a parlare di 'ndrangheta.

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Quandoda queste rivelazioni emergono fatti nuovi, sconosciuti che potrebbero essere utili alle indagini. Ed è il coraggio di Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli che riportano la confessione di un collaboratore di giustizia. Di un uomo che rivela di avere la certezza della morte, perché la 'ndrangheta non perdona. Dalla «famiglia» si esce solo da morti. E il pentito lo sa bene. Ma la sua testimonianza ha un grande valore, perché, caratteristica della più importante organizzazione criminale europea è l'assoluta impermeabilità. Le cosche sono legate da vincoli familiari che ostacolano i pentimenti. Sarebbe come tradire i propri cari. E poi c'è l'ingente giro di denaro, il coinvolgimento in tutte le più redditizie attività economiche. Una ricchezza accumulata, 44 miliardi il fatturato annuo, che si ricicla in attività economiche all'apparenza legali. Così sono ormai 30 anni che dai paesi dell'Aspromonte la 'ndrangheta si è trasferita al Nord. È entrata in un tessuto sano dell'Italia. Si è riorganizzata, si muove come una vera piovra. Si inserisce nelle attività produttive. Cerca contatti con la politica, con chi comanda. E sullo sfondo c'è il monopolio del traffico di cocaina. Il libro ci dà uno spaccato di tutto questo. Una fotografia di un potere, a volte sottovalutato perché silenzioso. Un potere che distrugge gli anelli deboli e si rigenera. Un sacrario che solo da poco comincia ad essere scoperto dagli investigatori. E «Metastasi» aiuta a comprendere questo mondo dall'interno. Aiuta a comprendere come la 'ndrangheta abbia da tempo preso il posto della mafia siciliana. O almeno in molti casi si sia sostituita ad essa. Come nel capitolo su Versace che qui pubblichiamo. Giuseppe Sanzotta

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