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La favola di Abreu fa nascere le star di domani

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Dopol'entusiasmante inizio con la JuniOrchestra e la brillante esecuzione dell'ouverture dell'«Egmont» di Beethoven da parte dei cento ragazzi (12-17 anni) dell'ensemble, la Carrà ha annunciato che il «sistema Abreu» sta per giungere dal Venezuela in Italia. Sì: a cura della Federmusica e della Scuola di Musica di Fiesole, sotto la presidenza del nostro Claudio Abbado e dello stesso José Antonio Abreu, il meraviglioso sistema di questo illuminato ministro venezuelano di coinvolgimento gratuito di bambini e ragazzi (in condizioni di estremo disagio) nella formazione di Orchestre infantili e Giovanili, diverrà un sistema italiano. Il DDL n.3126 per l'istituzione della Fondazione Nazionale senza scopo di lucro per il Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili, è già al Parlamento. «Bambini che in Venezuela vivono in strada – ha detto Raffaella – destinati o a prendere le armi o alla delinquenza, sono stati sottratti al loro destino, con la musica. So che 300.000 bimbi in Venezuela sanno ormai suonare uno strumento, riuniti in 140 compagini giovanili, e reinseriti nella società grazie a ciò. Io proporrei un Nobel per Abreu!». Nuclei simili esistono in piccolo in Italia, a Napoli, Torino e Bari. Allora Raffaella chiama un bambino napoletano e gli chiede perché ha scelto il clarinetto, e lui: «Nella mia scuola pensavano che fosse uno strumento facile, ma se lo suonassero loro». Poi viene proiettato «A Slum Symphony», il film scritto e diretto da Cristiano Barbarossa con musica di Morricone, ambientato a Caracas e non solo in cinque anni, per illustrare il progresso musicale dei ragazzi dell'Orchestra Venezuelana, dal barrio ai concerti in Europa e Usa, guidati dal giovane Gustavo Dudamel, prodigio del «sistema Abreu» e ormai lanciato in Europa. Il commovente film verrà proiettato su Raitre alle 21,30 di oggi: così il «Gran Concerto» natalizio, che la Carrà offrirà ai ragazzi e alla musica, sempre su Raitre, il 25 dicembre alle 20. Coi nuovi centri gratuiti di formazione musicale e civile in città e Regioni, «i ragazzi, stando insieme per uno scopo che amano – dice ancora Raffaella, mai vista in questa veste - impareranno a "stare insieme", a vivere come fratelli, e saremo tutti migliori».

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