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Nathalie alla conquista d'Europa

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L'EurovisionSong Contest, noto in Italia come Eurofestival, nacque nel 1956 per lanciare l'Eurovisione e da allora, fra luci e ombre, svolse un ruolo decisamente importante nella diffusione dei vari repertori locali. L'Italia fino ad oggi ha trionfato due volte: nel 1964 con Gigliola Cinquetti («Non ho l'età») - che nel 1974 andò vicina a una nuova vittoria piazzandosi al secondo posto con «Sì» - e nel 1990 con Toto Cutugno con «Insieme». L'ultima partecipazione italiana risale al 1997 con i tanto sbeffeggiati Jalisse, che comunque si piazzarono al quarto posto con «Fiumi di parole». Da allora più nulla, più per motivi burocratici che artistici. All'inizio e per molti anni era prassi mandare all'Eurofestival il vincitore del Festival di Sanremo - epiche le liti fra interpreti quando a Sanremo si gareggiava in coppia - in seguito la candidatura è diventata libera, anche per una sorta di allineamento nei confronti dei Paesi che non dispongono di una rassegna così importante come Sanremo. Ora la Rai è tornata sui suoi passi e quest'anno la canzone italiana tornerà a essere rappresentata in Europa. L'Eurofestival si svolgerà a Dusseldorf (la Germania ha vinto nella scorsa edizione e dunque quest'anno organizza) dal 10 al 14 maggio e l'Italia dovrebbe essere rappresentata da Nathalie, fresca vincitrice di «X-Factor». Negli anni il profilo della manifestazione è molto cambiato e anche se non si sono più verificati exploit di interpreti destinati ad una lunga carriera partiti proprio da quella manifestazione (Alice & Ellen Kessler, Julio Iglesias, Sandie Shaw, France Gall, Lulu, Abba, ecc.) l'Eurofestival, contrariamente a Sanremo, è una gara in tutto e per tutto. Il concetto di contest è alla base della manifestazione, che comunque raccoglie un pubblico televisivo di oltre cento milioni di telespettatori. Le affinità con il Festival di Sanremo sono ormai poche ma ha fatto bene la Rai a rimettersi in lizza. Dopo il 1997 l'Eurofestival era stato abbandonato perché, così si disse, costava molto e rendeva poco. Forse in termini di ascolto, anche se le ultime edizioni furono fortemente penalizzate da una messa in onda troppo notturna. Ma oggi che lo scenario musicale è fortemente mutato è giusto riprovarci, non tanto per ragioni televisive ma per la concreta possibilità di piazzare artisti e canzoni italiane di recente fattura in Europa.

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