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di DINA D'ISA Si riapre l'annoso balletto tra destra e sinistra sulle tematiche culturali e in particolare sul cinema.

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Tentadi schiarire un po' le idee l'avvocato Michele Lo Foco, esperto di cinema, nonché consigliere di amministrazione in Rai Trade, consulente per la fiction Rai e autore del libro «Tutta la verità sul mondo del Cinema». Inevitabile che Lo Foco cominci dal caso Bonev, il cui film è stato finanziato da Rai Cinema per 1 milione di euro: «Comunque siano andate le cose, l'allora amministratore delegato di Rai Cinema, Caterina D'amico, anche se afferma che fu Masi a chiederle di attivare il finanziamento, non deve dimenticare che Rai Cinema è società dotata di autonomia amministrativa - ha spiegato Lo Foco - Perciò, ha facoltà e dovere, rispetto a qualsiasi sollecitazione fatta dal direttore generale, di renderlo edotto sulla qualità del film, sul valore di mercato del film, esprimendo il parere sulla opportunità di acquisirlo. L'autonomia di Rai Cinema è assoluta e immagino che il direttore si aspettasse dall'ad un parere tecnico nell'interesse della Rai stessa. E desta ancora maggiore stupore il fatto che ora la D'Amico sia la favorita per la presidenza alla Casa del Cinema. Quando abbiamo tanti esperti del settore di destra, o artisti, come Pupi Avati che potrebbero avere incarichi importanti. Non si può scordare che il più grande dispensatore di soldi pubblici è stato Walter Veltroni: durante il periodo della sua supervisione sono stati dati soldi a film per oltre 500 milioni di euro, dal 1996 al 2002. Tuttora, la commissione che esamina film per fondi di garanzia presso il ministero per i Beni culturali, è composta da persone scelte dalla sinistra. Uno solo, Antonio Ferraro, è stato indicato dal centrodestra ed è ovviamente schiacciato da qualsiasi tipo di decisione. Un caso per tutti, «Gli angeli del male» di Placido è tuttora sotto esame per la quinta o sesta volta ed è un bel film, mentre abbiamo visto finanziate pellicole di livello atroce. Il film su Vallanzasca merita, ha un bel cast, ma evidentemente la produttrice Melli non è di sinistra». Ma il ministro Bondi perché non reagisce? «Bondi è mal consigliato e il cda non ha avuto possibilità di ribaltare situazioni che vedono ancora la sinistra come unica gestrice delle sorti culturali italiane. Cinecittà Holding (ora Luce) è stata trasformata in Telecittà e potrebbe diventare il centro di una operazione immobiliare. Quando la destra avrà la possibilità di fare qualcosa per dimostrare il suo valore in campo culturale?». L'interrogativo resta aperto.

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