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IL GIRADISCHIa cura di Stefano Mannucci

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Èvero solo in parte: cosa vuoi di più dalla vita, visto che se hai voglia di un bicchiere di Chianti ti compri direttamente la collina e ci vivi sopra? Sting è oggi un tranquillo signore di mezza età, un "countryman" nato inglese ma di toscana raffinatezza, che le signore, con qualche ragione, trovano terribilmente seduttivo (occhio, però, la storia del sesso tantrico che il Nostro protrarrebbe per ore è una burla dell'amico Bob Geldof). Dopo aver "rischiato" di racimolare altri miliarducci con la tournée della riunione degli incanutiti Police e lo sfizio del disco rinascimentale, Sting va per il mondo con questa serie di spettacoli in compagnia della Royal Philharmonic Concert Orchestra: bellissimi, va detto, per la qualità del repertorio e per gli arrangiamenti che non tolgono luce ai successi di Sting, qui brillantemente trasfigurati, emendati dalla loro natura pop-rock. Con archi e violini, sono già degli "standard" suonabili per altri cent'anni. Questa registrata è la serata di Berlino nel settembre scorso: c'è anche il sax di Branford Marsalis. Niente male, vecchio Mr. Sumner. Voto 4/5

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