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stigmatizza l'eventualità di un prof.

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Glitrovano una Camera ma lui preferisce la soffitta (gli appartamenti li abitano dei congiunti); scopre le «ingerenze della Chiesa» e s'inginocchia nel culto napolitano della Costituzione; cofonda un nuovo partito ma dice che era distratto; fa futuro, e nel mezzo perde quasi tutti i suoi che gli dicono «uè, ma busci?». Quando domandi in giro ti dicono che è alta strategia. Talmente sottile che ce lo spiegheranno dopo. Nel frattempo però le avanguardie finiane si sono spinte così in là da avere perso ogni contatto con le truppe e ogni possibilità di rifornimento. Un futuro (e libertà) enorme, tutto dietro le spalle: Negri dice da panchinaro, come dargli torto? Post scriptum. Si contesta oggi il diritto di Silvio Berlusconi di presentare a elezioni il simbolo del Popolo delle Libertà poiché al 50% è roba anche di Fini. Sacrosanto. Come ha suggerito un giovane dirigente della Destra italiana su Facebook pochi giorni fa, lo presenti alle urne pure Fini. Con su scritto «Berlusconi presidente».

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