Dal 1726 a oggi il primo fantasy della storia incanta ancora
Gulliver,chirurgo e marinaio, che scrive il resoconto di alcuni viaggi disastrosi e avvincenti presso strani popoli. Nella prima parte, la più conosciuta, Gulliver s'imbarca nel 1699 come chirurgo di bordo e naufraga sei mesi dopo su una terra sconosciuta a causa di una tempesta: al suo risveglio si trova prigioniero di una razza di uomini alti 15 centimetri, abitanti le isole di Lilliput e Blefuscu. Non contento, Gulliver parte per un altro viaggio verso Brobdingnag, dove la scala di grandezza della popolazione è esattamente l'inverso che a Lilliput: gli uomini sono alti circa 22 metri. Poi, finisce nell'isola di Laputa, una terra volante che fluttua nell'aria e, infine, l'ultimo viaggio conduce Gulliver nel mondo degli Houyhnhnms, cavalli razionali e parlanti, esseri saggi che hanno sviluppato un sofisticato metodo di comunicazione ma non conoscono il significato di parole come "vero" e "falso", non concepiscono il concetto di guerra e di violenza. Unico difetto delle loro terre è la presenza di esseri brutali che camminano su due gambe invece che su quattro: gli Yahoo, del tutto simili agli esseri umani, per i quali Gulliver nutre una repulsione profonda. Dopo il film per bambini di Jack Sher del 1960, «I fantastici viaggi di Gulliver» sbarcano di nuovo al cinema (a febbraio). Stavolta però in un 3d rivisitato in chiave comica e moderna da Rob Letterman e con Jack Black nei panni del protagonista per reinterpretare il romanzo di Swift, scritto nel 1726. Però, sul grande schermo, Lemuel Gulliver non è un medico come nel libro, ma l'addetto alla posta di un quotidiano di New York che, per far colpo su una bella giornalista, ottiene con l'inganno l'incarico di scrivere un articolo sul Triangolo delle Bermuda e finisce invece a Lilliput. Black, oltre ad interpretare la pellicola è anche il produttore esecutivo e il risultato è un Gulliver con i suoi stessi gusti, dalla musica rock alle continue citazioni su «Guerre Stellari». Il personaggio è un insicuro al quale manca il coraggio di realizzare i suoi sogni ma, una volta arrivato a Lilliput, il suo ego aumenta in proporzione alla sua stazza rispetto ai minuscoli abitanti dell'isola. Nel film c'è anche Jason Segel nel ruolo di Horatio (il lillipuziano che diventa amico inseparabile di Gulliver) e Emily Blunt nei panni della principessa Mary, di cui Horatio è perdutamente innamorato, mentre Amanda Peet interpreta la giornalista Darcy Silverman. Girato nei celebri studi di Pinewood, vicino Londra, e l'antico college navale di Greenwich, il film è ricco di effetti speciali e di una innovativa tecnologia digitale capace di sincronizzare le riprese per catturare nella stessa scena e in tempo reale sia il gigante sia i lillipuziani. Black, che ha rivisitato questo romanzo vecchio di 300 anni, prendendo le parti ora del gigante ora di un essere minuscolo, non ha dubbi: «Preferisco decisamente essere un gigante, mi piace avere l'attenzione della gente che mi guarda stupefatta. Ma quella del gigante è anche la parabola delle celebrità: ogni tanto vorresti dare un morso a un biscotto magico, diventare piccolissimo e riconquistare la tua privacy».