Il nipote Aurelio: «Divertiti nell'aldilà»
AurelioDe Laurentiis, in partenza per l'America per i funerali dello zio mega-produttore: «Che direi a Dino? Gli direi divertiti anche nell'al di là. E sono proprio convinto che per lui sarà così. Non è uno che passa inosservato, ma darà sicuramente da fare ai molti che troverà sul posto». «Quando penso a lui - continua De Laurentiis - penso al suo modo di conversare sempre nel segno della più grande libertà e universalità. Quando si ragionava di lavoro con Dino una cosa è certa: ci si divertiva, si scambiavano idee. Tra i due fratelli, mio padre Luigi e Dino, spiega ancora Aurelio: «c'era sia un'amicizia di sangue che vera reciproca stima intellettuale. Alla fine degli anni Sessanta Dino capì una volta per tutte che in Italia non c'era futuro per il cinema. Disse allora: "È ora di andare in America". Lui che era fissato con la libertà d'impresa, partì con il coraggio di uno che doveva ricominciare da zero». Per Silvio Berlusconi, che ha inviato un telegramma commosso alla famiglia, Dino De Laurentiis è stato «protagonista di un secolo di cinema in Italia e negli Usa». «Molto addolorata»: Sofia Loren affida alla sorella Maria Scicolone poche parole da riferire alla stampa dopo aver appreso della scomparsa. Negli anni '50 Ponti-De Laurentiis erano la coppia dominante del cinema italiano, amici e rivali. «Bisogna capire il suo riserbo, per lei - dice la Scicolone - è una grossa perdita». Pieno di gratitudine ed amicizia il ricordo di Giancarlo Giannini: «Dino non si fermava mai, continuava ad avere progetti. Voleva fare altri tre film e mi chiamava sempre. L'ultima volta che ho lavorato con lui è stato per Hannibal e la mia carriera cinematografica iniziò proprio grazie a Dino». Affranto Carlo Lizzani: «Con Dino se ne va non solo un pezzo del cinema italiano, ma anche un pezzo della mia vita». L'ultima volta che Lizzani ha sentito De Laurentiis risale a poco tempo fa: «Voleva tornare a fare un film in Italia, in particolare mi parlò di una biografia su Totò».