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«Goncourt» al ribelle Houellebecq

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C'ètutto Michel Houellebecq, il cupo e disfattista scrittore francese contemporaneo più controverso nel suo paese e il più pubblicato nel mondo, in questa prima frase con la quale ha reagito alla sua - peraltro prevista - entrata trionfale nel gotha del Goncourt, il più prestigioso ed antico premio letterario francese. Dopo aver sfiorato la vittoria due volte dal 1998 (con «Le particelle elementari» e poi sette anni dopo con «La possibilità di un'isola»), ce l'ha fatta, e addirittura al primo turno, grazie a «La carta e il territorio», edito da Flammarion che riceve il Goncourt per la prima volta dal 1980, e uscito in settembre in Italia da Bompiani che ha pubblicato tutti i romanzi di Houellebecq. Sette voti a favore e due contro andati a Virginie Despentes, l'altra enfant terrible della letteratura francese contemporanea. Gli illustri giurati hanno nel tempo modificato i loro criteri di giudizio, oppure è vero che, come affermano i critici francesi, sia Houllebecq sia la Despentes hanno smorzato i toni delle loro provocazioni?

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