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Il Califfo resta al verde

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Califanolo cantava nel '76, quando era ancora un fascinoso quarantenne che faceva cadere ai suoi piedi stuoli di donne. Ma il tempo passa inesorabile e, quando meno te l'aspetti, ci si ritrova anziani. Mai testo fu più profetico. Questa volta il Califfo non ha detto gioia davvero. Anzi. Ha parlato di malanni e povertà. Proprio lui, abituato a vivere sopra le righe tra belle donne e auto di lusso, oggi deve fare i conti con il caro-bollette, il telefono staccato e la difficoltà di arrivare a fine mese. Soprattutto dalla scorsa estate. Era il 15 luglio quando il cantante è caduto sulle scale di casa rompendosi tre vertebre. («Stavo scendendo in salone dove mi aspettava una donna», ha subito tenuto a precisare ndr). Una cosa è certa, che nel salone di casa ci è arrivato un po' malconcio. Da allora sono passati quattro mesi, nessun concerto dal vivo e il conto in banca sempre più in rosso. Oggi, a 72 anni, arriva il grido d'allarme, lanciato dallo stesso artista. «L'incidente ha fatto venir meno la mia unica consistente fonte di reddito, le serate - ha detto - Non so bene come funzioni la Siae, so soltanto che prendo 10 mila euro a semestre. Non ce la faccio, oltretutto vivo in affitto. Una tomba non me la posso comprare. E in questo momento non sono più autosufficiente». Per questo il Califfo chiede aiuto allo Stato. «Mi hanno spiegato - prosegue - che esiste la legge Bacchelli, che prevede un sussidio mensile vitalizio per persone che abbiano dato lustro alla cultura italiana. Ne so poco, ma mi sembra di avere tutti i requisiti per beneficiarne». Di avviso diverso il suo legale: «Franco Califano non è attualmente in uno stato di difficoltà economiche tali da rientrare nella legge Bacchelli - spiega l'avvocato Mastracci - È a casa da tre mesi per via di un incidente ed è come un leone in gabbia. È solo depresso». Nel frattempo, però, la richiesta di vitalizio ha scatenato un putiferio, spaccando in due il Paese. Da una parte i favorevoli come Domenico Gramazio, il senatore Antonio Gentile e Renata Polverini che aggiunge: «La Regione ha delle forme per intervenire per le persone in difficoltà. Se ci sarà bisogno di intervenire lo faremo». Dall'altra c'è chi insorge stizzito come Codacons e Partito dei pensionati: «Non è più povero di milioni di pensionati che hanno lavorato in condizioni pesantissime per decenni - conclude il segretario nazionale Carlo Fatuzzo - e che oggi hanno pensioni molto al di sotto dei mille euro al mese. La situazione di Califano non è più problematica di tanti altri cittadini». Chi vivrà vedrà.

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