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Dall'Egitto Al Qaeda minaccia A Baghdad l'arcivescovo invoca

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Unaescalation di minacce venuta il giorno in cui tradizionalmente il capo della chiesa copto-ortodossa, nel mirino dei terroristi, celebra messa nella cattedrale di San Marco. Le misure di sicurezza in Egitto sono state notevolmente rafforzate, e non solo attorno ai luoghi di culto cristiani, da quando è arrivata la richiesta di liberare Camelia e Wafaa, le due copte che secondo i terroristi sono state sequestrate dalla Chiesa per impedire loro di portare avanti la loro conversione all'Islam. E sempre ieri all'Europa è giunto un appello dall'arcivescovo siro-cattolico di Baghdad, dove domenica è stata attaccata la cattedrale e provocata una strage. «Chiediamo all'Europa che si occupi dei cristiani in Medio Oriente. Vogliamo mantenere la nostra presenza cristiana in questo Paese, dove il cristianesimo si è diffuso dai primi secoli», ha detto monsignor Athanase Matti Shaba Matoka. Ai microfoni di Radio Vaticana ha spiegato che «i cristiani si domandano ora come poter restare in un Paese che tratta così i cristiani» anche se «la Chiesa incoraggia i fedeli a rimanere». Spiegando la difficile situazione in Iraq per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, l'arcivescovo ha aggiunto che «anche tra di loro ci sono conflitti. E noi come cristiani non abbiamo alcun problema con gli altri. I cristiani non hanno mai fatto niente contro nessuno. Perché li attaccano allora?», si è chiesto. Per ragioni «ideologiche, politiche o religiose: noi non sappiamo - ha replicato - ma viviamo in un clima che non è certo tranquillo». Li. Lom.

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