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Vaticano e Ghetto su sponde opposte

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Perlui sulla figura di Pacelli è possibile «che punti di vista diversi» come quello della Chiesa e del mondo ebraico «possano incontrarsi». Invece anche ieri da quel mondo sono venute dichiarazioni esplosive. Così, se il quotidiano della Santa Sede ha definito il Pio XII della fiction tivvù «un solitario protagonista» del Novecento e ha riconosciuto che il lavoro «si è caricato sulle spalle l'onere di svelarci un angolo buio della storia», Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah, rilancia sui colpevoli errori dello sceneggiato. «Il Vaticano non ha mai fermato la razzia del 16 ottobre», obietta. Inoltre «non c'è nessuna documentazione sul fatto che i nazisti volevano rapire il Pontefice». Ma anche tra gli ebrei ci sono posizioni diverse. Il «mastino» Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, definisce la fiction un'operazione finalizzata al consenso per la santificazione di Pacelli e chiede alla Rai un documentario riparatore. La «colomba» Anna Foa, docente di storia contemporanea a «La Sapienza», in un articolo per «Pagine ebraiche» ripreso dall'Osservatore Romano riconosce alla miniserie di aver saputo riprendere «sia pure in un paio di scene, i dubbi sui silenzi di Pio XII».

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