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L'Almanacco del Gene «Gnocco»

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L'avoera «L'almanacco del giorno dopo», storica trasmissione di Raiuno, andata in onda dal 1976 al 1992 tutti i giorni alle 19.45. La versione moderna, rivisitata e settimanale traslocherà su Raitre e ritroverà sì le rubriche storiche (come «Domani avvenne» o «Le ricette del giorno»), mentre altre se ne aggiungono di nuove («Lo sciopero della settimana», «Purtroppo non è mai accaduto») ma il comun denominatore è la determinate rilettura di Gene Gnocchi. A partire da domenica 7 novembre in seconda serata per 9 puntate (con altre nove già programmate in palinsesto per un totale di 18), «L'Almanacco de Gene Gnocco» proporrà dallo studio Tv3 del Centro di produzione Rai di Milano un personalissima lettura dell'attualità all'insegna dell'ironia. «Non faremo sconti - promette Gnocchi -: quello che abbiamo da dire lo diciamo». Il direttore di Raitre Paolo Ruffini ha voluto sottolineare come sia un programma cui tiene «molto», che risponde «all'identità della rete che offre seconde serate della domenica che facciano anche ridere. Del resto - ha fatto notare - siamo in un momento in cui la realtà supera la fantasia e l'ironia di Gene è così contemporanea al tempo che viviamo». Tra i personaggi ai quali Gene Gnocchi dedica le rubriche della prima puntata ci sono Pupi Avati, Roberto Cavalli, Lapo Elkann, Maurizio Gasparri, Lele Mora (nella rubrica «Il Santo del giorno»), Francesco Rutelli, Ludwig Van Beethoven, Bruno Vespa, Zucchero, mentre Maddalena Corvaglia sarà «la presenza femminile ingiustificata della settimana». Per le interviste in studio, ha anticipato Gnocchi, «la prima puntata vedrà protagonista il commercialista dei Maya che spiegherà i risvolti fiscali della fine del mondo prevista per il 2012». E alla domanda, l'altro giorno, su cosa rappresentino oggi Totti e Ilary, Gnocchi ha risposto che diventeranno i nuovi Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Parola sua, ospite della trasmissione di Radio2 «Un Giorno da Pecora». E ha aggiunto: «Lui e Ilary saranno i nuovi Sandra e Raimondo e, quindi, vanno tutelati».

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