Quanto hanno rotto i simpaticoni del '68
diANTONIO ANGELI Lavoratrici sfruttate e mal pagate, minigonne che fanno scandalo, scioperi e marce di protesta: ieri al Festival del Cinema sono andati in scena i fasti del Sessantotto. Fuori concorso è stato proiettato «We want sex», film di Nigel Cole, con Bob Hoskins, Sally Hawkins e Miranda Richardson, sulle lotte sindacali, tutte al femminile, delle operaie della Ford inglese del 1968. L'altro giorno è andata in scena l'occupazione (vera) con assemblea nell'Auditorium, da parte di chi chiede finanziamenti statali per lo spettacolo. Ieri si è vista l'occupazione (sullo schermo) delle gloriose lavoratrici del '68. Che noia. Sembrava di vedere la gag di Corrado Guzzanti che va a caccia di un segretario per il Pd e avverte: «A tutti i compagni: Amedeo Nazzari... è morto». «We want sex» è una commedia agrodolce ben girata e ben recitata (bravissimi Miranda Richardson e Bob Hoskins). Racconta la storia delle 187 operaie, addette alla cucitura dei sedili nello stabilimento della Ford di Dangenham, che piantano un sacrosanto sciopero con picchetti per ottenere pari retribuzione con gli uomini. Giusto. «Mi piacerebbe che questa storia ricordasse anche alle donne di oggi che combattendo insieme si possono ottenere risultati concreti - ha spiegato Cole, cinquant'anni, che il Sessantotto lo ha visto da bambino, subendone, evidentemente, il fascino - Oggi ognuno pensa per se, si è persa la fiducia nelle lotte unitarie, invece sarebbero un grande potere, soprattutto in un momento come questo. È importante ricordare a tutti di non farsi mettere i piedi in testa, battersi per i propri diritti, per quanto possono essere potenti le multinazionali. Se si crede in quello che si fa si può vincere». Sbagliato. Il Sessantotto è passato, Baffone non è venuto, i terroristi degli anni Settanta sono finiti in galera e il Muro di Berlino è finito a pezzettini nelle teche dei musei. Insomma le «pasionarie» saranno pure simpatiche, ma oggi sono reperti archeologici. Registi, attori e sceneggiatori di sinistra, che evidentemente non vedono futuro, riescono solo a guardarsi indietro. Come certi vecchietti tanto simpatici. Ma un po' rimbambiti.