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di ANTONIO ANGELI «Montalbano mi ha fottuto, sono inchiodato a lui»: Andrea Camilleri, lo scrittore più famoso d'Italia, se la prende con il personaggio che lo ha reso tale.

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Inveceogni romanzo di Montalbano, come l'ultimo, "Il sorriso di Angelica", appena uscito, va subito primo». Camilleri è al Festival del Cinema come autore di «La Scomparsa di Patò», romanzo dal quale è stato tratto un bel film in costume sulla Sicilia dell'800. La regia è di Rocco Mortelliti (genero di Camilleri), con Neri Marcorè, Nino Frassica, Maurizio Casagrande e la sceneggiatura di Maurizio Nichetti. Il film, presentato ieri fuori concorso, è la storia della scomparsa di un direttore di banca e delle successive travagliate indagini. A Camilleri non basta maltrattare il personaggio che l'ha reso ricco e se la prende anche con il premier Berlusconi. «I media si interrogano sul comportamento dalla Questura di Milano, sulle pressioni subite - dice lo scrittore - Qui i due funzionari del romanzo e del film non hanno bisogno di una telefonata, obbediscono agli ordini di superiori che a loro volta ne ricevono da un sottosegretario». Marcoré (il Patò del titolo) dice invece: «Interpreto un personaggio che ama le donne ed è perseguitato dalla magistrature... non dico a chi mi sono ispirato». Originale. Per fortuna il film lo è di più.

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