Quella mafia australiana con una «Padrina» da Oscar
Lastoria si svolge a Melbourne, dove tutti sono cattivi: gli spacciatori, gli aguzzini, le vittime e anche la polizia. Nel film domina su tutti la figura di una «Padrina», una sorta di matriarca mafiosa interpretata in modo sublime da Jacki Weaver, «monumento» del cinema e del teatro australiano, tra i suoi film più famosi «Picnic a Hanging Rock» di Peter Weir. «Animal Kingdom» ha vinto l'ultimo Sundance Festival, negli States è stato accolto con commenti entusiasti. La Weaver è già indicata dalla stampa come candidata ideale all'Oscar per la migliore attrice non protagonista. E chi guarderà il film (ma bisogna essere poco impressionabili) non potrà che essere d'accordo. Con un gruppo di interpreti, a parte la Weaver, in Italia praticamente sconosciuti, «Animal Kingdom» è l'opera prima di David Michod. Celebrato autore di cortometraggi il giovane regista non nasconde di essere stato letteralmente travolto dal successo del suo primo lungometraggio, che lo ha impegnato, nella scrittura e riscrittura del testo, per ben nove anni. Il regista si è sentito «traumatizzato» per le ottime accoglienze riservate al film, in più svela di essersi sentito spiazzato, in fase di montaggio: «Stavamo terminando il nostro lavoro, ma visto da quanti anni mi portavo dietro questo progetto, non sapevo più effettivamente quale forma stesse prendendo. Avevo dedicato così tanto tempo a questo film che volevo a tutti i costi che fosse qualcosa di speciale, da ricordare». La cosa più bella della pellicola? Per Michod, che ieri ha incassato caldi applausi anche al Festival di Roma, è stata scrivere il personaggio pensando da subito a Jacki Weaver - spiega - e sapere che da qualche tempo si parla con insistenza della sua nomination agli Oscar non può che riempirci di gioia». «Animal Kingdom», al Festival di Roma fuori concorso, è da oggi nelle sale italiane.