Addio tappeto rosso Ariecco il Sessantotto
diANTONIO ANGELI Il Festival Internazionale del Film di Roma ieri ha preso il via all'insegna della protesta. Corteo, cartelli, cori e finale con sit in e occupazione dell'Auditorium. Sembrava tornato il Sessantotto. Ieri pomeriggio davanti alla bella struttura che ospita il Festival si è dato appuntamento il «popolo del Fus», che ha messo insieme gli operai del set e le star. Portavoce dell'eterogeneo gruppo il giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori. L'altro ieri il governo ha promesso attenzione per il settore, ma ai manifestanti non è bastato. «Ci aspettavamo qualcosa di più - ha detto Purgatori - Se Bondi si fosse presentato con un decreto si poteva fare, ma solo le promesse...». Alle 17,30 di ieri, una mezz'oretta prima del programmato red carpet di Keira Knightley, davanti all'Auditorium c'erano mille persone che strillavano contro Bondi. E che persone! A voler andare a caccia di autografi c'era da fare una fortuna. Nella folla si vedevano Paolo Virzì con Micaela Ramazzotti, Elio Germano, Neri Marcoré, Beppe Fiorello, Massimo Ghini, Alessandro Haber e Monica Scattini, Francesca Comencini, Ennio Fantastichini. Bellissima e sorridente spunta Monica Guerritore, poco distante c'è Barbara Bouquet con un gran cartello «Tutti a casa», lo slogan della protesta. I manifestanti invadono la Cavea improvvisando un sit in. Marco Bellocchio, che di Sessantotto se ne intende, arringa la folla: «La casa del cinema è nostra e non di un gruppo di industriali!». Sergio Castellitto, presidente della giuria del Festival si unisce ai manifestanti e l'Auditorium viene dichiarato occupato. Le star di «Last Night»: Keira Knightley e Eva Mendes neanche si sognano di sfilare. D'altronde non ce n'è lo spazio. Ben al sicuro, in alto, sulla balconata, si affacciano e, in modo un po' democristiano, si dichiarano vicine ai manifestanti. E nessuno sa come continuerà il Festival.