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I FIGLI DELLE STELLE, di Lucio Pellegrini, con Pierfrancesco Favino, Fabio Volo, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Paolo Sassanelli, Italia, 2010. Una commedia per metà amara e senza lieto fine.

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Ancheoggi prende l'avvio da una tragedia, la morte di un operaio in un cantiere. Lascia moglie e figli e i suoi compagni, per risolvere i problemi della loro sussistenza, pensano di sequestrare un ministro per poi devolvere loro quanto riusciranno a ottenere per il suo riscatto. Sono in cinque, un precario che ogni tanto fa il pizzaiolo, un portuale di Marghera (ma siamo a Roma), un ricercatore universitario già sulla cinquantina, una giornalista tv poco sicura di sé e un tale appena uscito di prigione. Hanno idee confuse, anche se qualcuno, il ricercatore, pensa di buttarla in politica ma, soprattutto hanno poche idee su quello che tocca fare nelle circostanze in cui si sono messi. Così, anche se, nel timore che il loro «covo» sia stato scoperto, si spostano in Valle d'Aosta e se hanno realizzato quasi subito di non aver sequestrato il ministro ma un suo modesto e umile sottosegretario, sono a tal segno disorganizzati e balordi da non riuscire nei loro intenti, finendo quasi tutti nelle mani della polizia. Anche se l'epilogo pacificherà qualcuno. Una commedia, appunto: per i tipi descritti, per le situazioni spesso grottesche in cui li si cacciano, per una certa aria di beffa che qua e là spira a danno di tutti, perfino, a un certo punto, ai danni degli abitanti del villaggio montano in cui i cinque si sono accampati che, mangiata la foglia, pretendono di dividere con loro il ricavato del riscatto. Ci sono però anche momenti seri, specie quando, uno dopo l'altro, i sequestratori vengono in diretto contatto con il sequestrato accorgendosi che non fa parte di quei «cattivi» che, riscatto a parte, vorrebbero combattere. Così si può sorridere, pur con spazi per pensare. Aiuta nell'impresa un quintetto di attori fra i migliori del nostro cinema, da Pierfrancesco Favino, quasi un protagonista, a Fabio Volo, a Giuseppe Battiston, a Paolo Sassanelli. Affiancati da una presenza femminile dal fascino gentile, Claudia Pandolfi.

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