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C'è l'impronta di Leonardo

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Lascienza ha un vantaggio, come lo stesso Leonardo da Vinci scriveva nel suo Trattato della Pittura "Ma le vere scienze son quelle che la sperienza ha fatto penetrare per i sensi, e posto silenzio alla lingua de' litiganti, e che non pasce di sogni i suoi investigatori, ma sempre sopra i primi veri e noti principi procede successivamente e con vere sequenze insino al fine, come si dinota nelle prime matematiche…"(Trattato della Pittura, c.29) La scienza è una disciplina sperimentale, ripetibile e quindi dimostrabile. Chi, al di la di mere e vagheggianti opinioni personali, intende basare le proprie parole sui fatti, è obbligato a passare per "le matematiche dimostrazioni". Leonardo ha scritto anche questo, cinque secoli fa, in una mirabile e sintetica frase che sarebbe necessaria ricordassero sedicenti studiosi - soprattutto del mondo della Storia dell'Arte - prima di inquinare, con le loro opinioni personali, il giudizio degli altri: "Nessuna umana investigazione si può dimandare vera scienza s'essa non passa per le matematiche dimostrazioni". Salerno, novembre 2008. Lo studioso medievista Nicola Barbatelli nota in una collezione privata un dipinto che raffigura il volto di un uomo con barba e cappello: è una tempera grassa su un pannello di pioppo di 44x59 cm. Questo ritrovamento si rivelerà una scoperta di straordinaria importanza perché il volto è quello di Leonardo da Vinci e non si tratta di una copia bensì di un dipinto originale realizzato a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Dopo quasi due anni di intense ricerche scientifiche che hanno viste coinvolte Università italiane ed estere, si è potuto affermare che il dipinto ha grandi possibilità di essere l'autoritratto di Leonardo da Vinci. Per giungere a tale conclusione sorprendente, ricercatori ed esperti di Leonardo provenienti da diversi campi di ricerca e da diversi istituti universitari di livello internazionale, hanno svolto tutte le possibili indagini ed analisi, trovandosi concordi nel riconoscere la straordinarietà di quest'opera. Le ricerche sono state eseguite con le più moderne tecnologie applicabili ai Beni Culturali, analizzando con approccio sistemico ed analitico ogni piccolo dettaglio dell'opera. Le prime indagini affidate al Centro Regionale di Competenza INNOVA al quale affluiscono le sei Università campane, coordinato dal prof. Terrasi, riguardano la datazione al radiocarbonio 14 e la caratterizzazione dei pigmenti del dipinto con Fluorescenza X in Dispersione di Energia (ED-XRF). La curva di calibrazione ha evidenziato una datazione del supprto ligneo compreso tra il 1459 e il 1523 (Leonardo nasce nel 1452 e muore nel 1519); l'analisi sui pigmenti permette di affermare che il dipinto è stato realizzato con una tecnica e con materiali compatibili con l'età del supporto e che non si ha evidenza, nelle zone non restaurate, dell'uso di pigmenti o materiali di epoca moderna. Le varie fasi di pulizia preliminare del dipinto, effettuate dal prof. Giancarlo Napoli dell'Università di Napoli, hanno consentito l'emersione di una micro fessurazione dello strato pittorico (microcraquè) non riproducibile artificialmente e tipico dei dipinti del XV-XVI secolo, che oltre a garantirne la bontà temporale dell'opera ne determina un confronto con altre pitture tradizionalmente ricondotte a Leonardo. Il supporto ligneo è risultato in ottimo stato di conservazione essendo stato trattato con una mestica di biacca di piombo, cosi come descritto e suggerito dallo stesso Leonardo, nel celebre "trattato della pittura". Una ricerca innovativa svolta dal prof. Capasso dell'Università di Chieti, assieme al Colonnello Gianfranco De Fulvio del RACIS (Dipartimento scientifico dell'Arma dei Carabinieri) ha riguardato la ricerca delle impronte digitali. Tale tecnica, messa a punto dal prof. Capasso e dal Colonnello De Fulvio, si avvale di una esperienza e di un data base unico al mondo. La metodica di ricerca nata dalla collaborazione tra l'Istituto di Antropologia dell'Università di Chieti, guidata dal prof. Capasso, ed il Laboratorio del RACIS dell'Arma dei Carabinieri, guidato appunto dal Colonnello De Fulvio, rappresenta in tale settore il livello più avanzato oggi esistente al mondo, unico e certo riferimento per tale genere di indagine. L'esito della ricerca svolta sulla "Tavola Lucana" è il ritrovamento di un'impronta sincrona posta sopra la parte laterale della piuma, risultata compatibile con una impronta individuata su un altro dipinto di Leonardo, la celebre "Dama con l'Ermellino". Questo straordinario risultato consente di fatto di dimostrare il contatto fisico avvenuto tra la mano di chi ha realizzò "La Dama con l'Ermellino" ed il dipinto Lucano. L'indagine riflettografica IR, svolta dallo specialista di Diagnostica per Immagini, ing. Andrea Rossi, ha permesso di dimostrare la grande affinità con le analoghe immagini riprese sul dipinto di "Monna Lisa" ed altri dipinti di Leonardo ed ha permesso altresì di evidenziare i ritocchi e le "ridipinture" eseguite nel corso del tempo. Il retro della tavola riporta una scritta in latino: PINXIT MEA. La scritta è vergata al rovescio ed è riapparsa solo dopo la pulizia della tavola. È stato analizzato sia l'inchiostro, ferro gallico normalmente usato da Leonardo, che la grafia. La scritta è stata posta mediante l'utilizzo di un pennello, il che spiega l'uso delle maiuscole, alquanto rare in Leonardo. L'indagine grafologica, affidata ad uno dei più autorevoli esperti di grafologia giudiziaria internazionale la Prof.ssa Silvana Iuliano, ha accertato, con evidenze comparative di incontestabile validità su lettere tratte dal Codice Atlantico, una totale compatibilità della scrittura con la mano di Leonardo da Vinci. Anche il volto raffigurato sul dipinto, l'uomo con barba e cappello, è stato analizzato con un dettaglio di studi mai raggiunto prima d'ora su altri dipinti. Ben due linee di ricerca hanno lavorato contemporaneamente sulla fisionomia del volto di Leonardo da Vinci. Il prof. Felice Festa dell'Università di Chieti, antropologo specialista nel riconoscimento dei volti ignoti della Storia dell'Arte, ha analizzato con metodiche dimensionali le fattezze del volto raffigurato, eseguendo diverse comparazioni con altri volti attribuiti a quello di Leonardo. La conclusione di tale studio è che il volto raffigurato è lo stesso di almeno altri due volti coevi al genio anchiano e tradizionalmente individuati come immagine assoluta di Leonardo. Allo stesso risultato è giunto un gruppo di ricerca coordinato dall'ing. Glinni del Museo delle Antiche Genti di Lucania e operante nell'ambito di una collaborazione avviata con il prof. Orest Kormashov dell'Università di Tallinn, in Estonia. Con metodiche diverse da quelle usate dal prof. Festa, usando una tecnologia software di analisi tridimensionale, è stato possibile ricostruire il volto di Leonardo da Vinci in uno spazio virtuale. La comparazione con gli altri volti ritenuti essere di Leonardo costituisce una ottima evidenza sperimentale. Le ricerche descritte rappresentano sono solo una parte dell'intenso lavoro svolto e meritano certamente di essere ancora approfondite e adeguatamente diffuse: un primo testo scientifico è stato prodotto dal Museo Universitario di Chieti e dal Museo delle Antiche Genti di Lucania. A questa serie di indagini va aggiunto il lavoro attualmente in corso del prof. David Bershad, dell'Università di Calgary, leonardista di fama internazionale, che ha avuto modo di esaminare l'opera e tutti gli studi svolti. Egli ritiene che il quadro sia con molta probabilità opera di Leonardo da Vinci, potendo basare il suo giudizio su un lavoro di una ricerca storico-documentaria, stilistica e comparativa e soprattutto sull'imponente lavoro scientifico svolto. Nonostante questo immenso lavoro, che fa onore alla ricerca ed all'Arte italiana, sopravvivono commenti di critici che confondono le parole "presunzione" con il termine di "giudizio critico". Agli stessi ha già risposto cinquecento anni fa lo stesso Leonardo: "Li abbreviatori delle opere fanno ingiuria alla cognizione e allo amore (…) Che vale acquel che, per abbreviare le parti di quelle cose che lui fa professione di darne integral notizia, che lui lasci in dirieto la maggior parte delle cose di che il tutto è composto?". E faremo bene a ricordare queste parole.

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