Beauvois raconta il vero massacro dei frati trappisti
Negli anni Novanta il terrorismo islamico in Algeria si esercitò soprattutto contro gli stranieri, anche con efferatezze. A Tibherine, così, da un monastero vennero strappati a forza sette monaci francesi cui, alla fine, furono addirittura mozzate le teste, senza neanche più restituirne i corpi. Adesso un regista francese, Xavier Beauvois, apprezzato in varie mostre veneziane e al festival di Cannes, si rifà a quell'episodio terribile e volutamente senza precise indicazioni di circostanze e luoghi, porta in primo piano la vita di quella piccola comunità di monaci disegnando, per un verso, la loro costante attività in favore della popolazione indigena, medicine, cure mediche, assistenza anche morale, e per un altro la coscienza in tutti del pericolo che a tal segno si è fatto minaccioso da indurre le autorità della regione a chieder loro di mettersi in salvo, tornando in Francia. Un dilemma, quest'ultimo, che attraversa tutta l'azione perché il Priore, non volendo decidere da solo, consulta via via tutti i confratelli per conoscere le loro decisioni, tutte, alla fine, dopo qualche esitazione, favorevoli a rimanere dove sono per non abbandonare i tanti cui giorno dopo giorno prestano soccorso. Fino alla tragedia ultima che però Beauvois evita di rappresentarci affidandone la notizia solo ai titoli di coda. Con un riserbo che è, fin dall'inizio, la cifra vera del film, specie quando le sue pagine più commoventi si stringono attorno alla vita dei monaci, le funzioni religiose, i loro canti e, soprattutto, quei colloqui con il Priore per discutere di quello che si deciderà di fare. Dialoghi di una spiritualità fortissima, un susseguirsi di facce in primo piano ciascuna, anche in attori noti come Lambert Wilson e Michael Lonsdale, con un tono simile e una espressione egualmente intensa, mentre attorno le accoglie una cornice vivida e serena, via via sempre più purificata da immagini terse e limpidissime. Una vittoria del cinema nel momento in cui si esprime una grande vittoria dello spirito.