di CARLO ANTINI Basta un titolo.
Davantiagli occhi si materializza un'epoca. Un modo di essere e di vestire incarnato nella figura di John Travolta, indimenticabile rubacuori-ballerino nell'omonimo film musicale del '77. Nel mondo imperava la disco music, quella miscela esplosiva di cassa e rullante che faceva impazzire il popolo delle discoteche. La colonna sonora di quel film e di quel decennio l'hanno scritta i fratelli Gibb: Maurice, Robin e Barry che proprio da «Brothers Gibb» presero spunto per il nome del loro trio musicale. «Stayng Alive», «How deep is your love», «Night fever», «More than a woman» e «You should be dancing» sono solo alcuni brani finiti su «Saturday Night Fever», il secondo album più venduto di tutti i tempi con oltre 40 milioni di copie. Steven Spielberg non ha resistito e ora girerà un documentario sull'ascesa e il trionfo del trio inglese. Si passerà dall'infanzia difficile a Manchester al trasferimento in Australia, dove i genitori cercavano di offrire un futuro migliore ai loro quattro figli. Dagli atti di vandalismo di un giovanissimo Barry Gibb all'ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame. Tutto sul grande schermo, attraverso il tocco di uno dei registi più acclamati della storia del cinema americano. In termine tecnico si chiamerà «biopic» e attraverserà cinquant'anni di storia della musica e del costume tra mitizzate voci in falsetto e pantaloni a zampa d'elefante. Non mancherà l'accento sui tanti record della band: in Gran Bretagna hanno avuto almeno una numero uno in ciascuno dei decenni di attività e sono stati gli unici artisti ad aver avuto ben sei singoli consecutivi al numero uno nelle classifiche statunitensi. Come se non bastasse, come i Beatles i Bee Gees hanno avuto sei canzoni contemporaneamente nella top ten a stelle e strisce. Gli ingredienti ci sono tutti per far salire di nuovo la temperatura e sentire sulla pelle quella caldissima febbre del sabato sera.