L'Accademia tira fuori i tesori
diCARLO ANTINI Più di cento opere di cinquanta maestri dell'Accademia. La scuola di Belle Arti di Roma mostra i muscoli e porta al Vittoriano le opere dei suoi insegnanti più illustri. Negli ultimi cento anni, dietro le cattedre di via Ripetta sono passati alcuni tra gli artisti più importanti del Novecento. Solo per citarne alcuni, Sartorio, Cambellotti, Guttuso, Maccari, Fazzini, Monachesi, Montanarini, Mafai, Ceroli e Scialoja. Il Vittoriano offrirà i suoi spazi dal 21 ottobre al 21 novembre, ricostruendo la storia di questa istituzione didattica nelle sue tappe fondamentali. Non mancheranno le chicche raccolte per l'occasione. Come la lettera che Toti Scialoja scrisse nel 1983 a Bettino Craxi appena eletto segretario del Partito Socialista. Nella lettera Scialoja chiese al neo segretario di intervenire in favore dell'Accademia. Al Complesso del Vittoriano arriveranno così dipinti, progetti decorativi, acquerelli, disegni, incisioni e sculture, provenienti da musei, collezioni private ed eredi degli artisti-insegnanti. La mostra è suddivisa in tre sezioni: «Dallo storicismo alle correnti del Novecento» (1874-1936), «La linea figurativa» (1934-1975) e «Astrattismo, realismo e dintorni» (1945-1975). Il percorso espositivo prende le mosse da un omaggio a Filippo Prosperi, primo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma, per proseguire con artisti quali lo scultore Ettore Ferrari, autore dei monumenti romani a Giordano Bruno e a Giuseppe Mazzini, le cui direttive e indirizzi furono condivisi da Sartorio, professore di pittura, da Bargellini, insegnante di Decorazione, da Cambellotti, che insieme riuscirono a imprimere il segno del loro magistero sui giovani, creando delle vere e proprie scuole. Altri maestri, tra cui Vagnetti, Coromaldi, Grassi, Prini, Paschetto, garantirono fino agli anni '20 e '30, un ponte tra la scuola d'arte e le correnti moderne quali il simbolismo, il liberty e il divisionismo. Dalla metà degli anni '40 e fino agli anni '70, la mostra segue una opportuna e necessaria demarcazione, non priva però di intrecci, tra il solido orientamento figurativo aperto a stimoli diversi (Renato Guttuso, Mino Maccari, Franco Gentilini, Pericle Fazzini, Emilio Greco) e la ricettiva sensibilità nei confronti delle correnti astratte e informali: Umberto Mastroianni, Lorenzo Guerrini, Marcello Avenali e Sante Monachesi. Viene dato inoltre un particolare rilievo alla figura libera e anticonformista di Mario Mafai e a uno dei protagonisti della Scuola di Piazza del Popolo, Mario Ceroli, per concludere con l'opera di Toti Scialoja. La location è una delle principali della città eterna e consente alla mostra di andare di pari passo con un'altra importante esposizione. In questi giorni i visitatori del Vittoriano di Roma potranno passare facilmente dalle opere degli insegnanti dell'Accademia ai capolavori di Van Gogh esposti al piano di sopra. Passando in un minuto dall'Ottocento alle avanguardie del secolo scorso. L'esposizione, che si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comune di Roma, è promossa dalla stessa Accademia, presieduta da Cesare Romiti e diretta da Gerardo Lo Russo, dalla Regione Lazio e dal Ministero dell'Istruzione e dell'Università. La mostra, curata da Tiziana D'Acchille, Anna Maria Damigella e Gabriele Simongini, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando.