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«A villa Torlonia la teca di nonno Benito»

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Perquesto mi appello alla soprintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e al sindaco Gianni Alemanno, affinchè si recuperi un altro importante documento storico d'Italia». A parlare è Alessandra Mussolini, dopo aver appreso che la famosa teca del duce è stata messa in vendita nella mostra «Antiquari nella Roma Rinascimentale», aperta a Roma, a Santo Spirito in Sassia, fino a domenica 24 ottobre La teca del duce è un oggetto di indiscutibile valore artistico, ma che soprattutto posside un valore di carattere storico, visto che, in forma di dono, contribuì, all'inizio degli anni Venti a raffreddare i rapporti incandescenti tra Stato e Chiesa. «Lo stesso antiquario che la possiede - continua la Mussolini - ha detto di essere disposto a darla via per un prezzo più accessibile, qualora tornasse nel suo luogo di origine, cioè a Villa Torlonia. Fu donata a mio nonno nel 1926 dai Francescani Minori per conto di papa Pio XI, fu un primo passo - spiega - verso l'accordo dei Patti Lateranensi tra Regno d'Italia e Santa Sede, sottoscritti nel 1929 e rappresenta al suo interno il pellegrinaggio di S. Francesco con i suoi discepoli alle porte di Gerusalemme». «Purtroppo, in passato - conclude l'onorevole - sembra che durante un'asta sia andata perduta la lettera di mia nonna Rachele che l'accompagnava, per cui i segreti e le discordie che la teca respirò nella camera da letto di mio nonno li porterà con sè per sempre. Ma è un dovere storico recuperarla e farla tornare a Villa Torlonia». Alla mostra «Antiquari nella Roma Rinascimentale», assieme alla teca, sono esposte 3000 opere, per oltre 2000 mq di stand, con antiquari romani, italiani ed esteri. Un mix di antico e moderno con opere di Andy Warhol, Giorgio De Chirico e Giuseppe Migneco.

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