I misteri del «Piccolo Principe»
diDINA D'ISA Tanto illustre quanto misterioso: questo il paradosso di Antoine de Saint-Exupèry, autore del «Piccolo Principe», che ha venduto 134 milioni di copie nel mondo ed è stato tradotto in 220 tra lingue e dialetti. Come se non bastasse, la storia del mitico ragazzino biondo dai capelli al vento, con l'inseparabile sciarpa al collo, sta diventando un cartone animato e presto sbarcherà anche al cinema in 3d. Il film d'animazione sarà realizzato da Mark Osborne (regista di «Kung Fu Panda») con un budget di 45 milioni di euro, le riprese inizieranno nel 2012, mentre l'uscita nelle sale è prevista per il 2014. Prima, però, arriverà la serie televisiva ispirata al libro, venduta in 80 Paesi, che esordirà a Natale in una Francia già invasa dalla «Principe-mania» (tra dvd, videogiochi ispirati al cartoon e un'esposizione attesa a Parigi nel 2012), e poi sulle reti Rai nel 2011. A realizzare il nuovo cartoon, nato dal celebre romanzo di Antoine de Saint-Exupery, sono stati Alexandre de la Patelliere e Matthieu Delaporte, su incarico dell'emittente pubblica France 3, che ha ottenuto i diritti dagli eredi dello scrittore e pilota, nato il 29 giugno di 110 anni fa e scomparso il 31 luglio 1944 durante una missione nel sud della Francia. Il «Piccolo Principe» intraprenderà un nuovo viaggio sul piccolo schermo, per salvare i pianeti della Via Lattea da un serpente che ha deciso di spegnerli uno ad uno. Occorranno 52 episodi da 26 minuti perché l'eroe giunto dall'asteroide B612 possa attraversare i numerosi pianeti alla ricerca del suo luogo d'origine, lungo un percorso onirico e poetico ispirato ai valori universali d'amore, amicizia, purezza dell'infanzia e rispetto della natura. Incontrerà il pianeta dei treni, quello del tempo, della musica, delle foreste, dei venti, dei giganti e dei ricordi. Legato ai diritti per la realizzazione del film d'animazione, sul «Piccolo Principe» di Antoyne de Saint-Exupery, è anche il mistero attorno al quale ruota la biografia che ha fatto tanto discutere la Francia e che è stata appena pubblicata in Italia da Cavallo di Ferro. «I misteri di Saint Exupery», di Jean-Claude Perrier si conclude con un capitolo legato alla rocambolesca vicenda dell'eredità dello scrittore, scomparso a sua volta in circostanze misteriose. La Paramount aveva mandato una lettera alla Successione Saint-Exupery d'Agay detentrice del diritto morale dell'opera in cui la major americana sosteneva di essere la proprietaria esclusiva dei diritti per l'adattamento cinematografico dell'opera avendoli acquistati nel 1946 da Consuelo, vedova dello scrittore. Ma la famiglia sostiene che Consuelo ha falsificato i documenti per essere riconosciuta come erede assoluta. Ecco il processo. Del resto, Antoyne non aveva lasciato nessun testamento. Consuelo, rimasta vedova, per intascare l'eredità del compagno falsificò alcune lettere con una dichiarazione d'amore e soprattutto con la nomina a sua erede universale, ma le andò male: questo almeno è ciò che svela Jean-Claude Perrier nella sua ricostruzione dei fatti. In assenza di testamento, l'eredità dello scrittore sarebbe andata, infatti, di diritto anche alla famiglia di Antoine: la madre, la contessa Marie de Saint-Exupery, e le due sorelle, Simone e Gabrielle. Per evitare scandali, la contessa Marie, l'unica a nutrire in famiglia un po' d'affetto per la nuora, accettò comunque di scendere a patti e di dividere in parti uguali l'eredità del figlio. Questo imbroglio viene a galla solo ora e nel libro di Perrier spuntano anche carte inedite scritte dall'autore, i suoi tradimenti amorosi, le tante donne alla cui avvenenza Antoine non seppe resistere, oltre ai rapporti di Saint-Exupery con la politica nella Seconda Guerra Mondiale e alla sua carriera cinematografica mancata. Colpisce l'impeto sentimentale di Antoine quando scrive (per anni) lettere appassionate al suo primo amore, una donna che lo abbandonò ad un passo dall'altare, alla quale però mai confessò che nel frattempo si era consolato con la moglie Consuelo, una compagna paziente che lui non faticava a tradire.