Michela l'antidiva
diDINA D'ISA Antidiva, bella, simpatica e ironica. Così, Michela Quattrociocche, da protagonista di commedie popolari, come «Scusa ma ti chiamo amore» con Raul Bova, «Natale a Beverly Hills» di Neri Parenti, «Una canzone per te» e attualmente al cinema con «Sharm El Sheikh» di Ugo Fabrizio Giordani, è ora madrina all'Olgiata Club del Roma Golf Open by Rezza: sesto torneo in programma per questa stagione firmata Pilsner Urquell. Come è nata questa nuova passione? «Apprezzo in modo particolare il golf, per la forza di concentrazione che richiede e per il contatto con la natura che offre. Ci gioco spesso con il mio fidanzato Alberto (Aquilani centrocampista della Juventus). È uno sport che mi rilassa e, per una persona poco atletica come me, è la disciplina ideale». Riesce a passare parecchio tempo con il suo fidanzato, nonostante le trasferte tra Roma e Torino, dove vive ora Aquilani? «Sì ci riusciamo. Sono stata io ad avvicinare Alberto al golf, eravamo in vacanza a Punta Ala e ora lui è diventato molto più bravo di me. Anche se è a calcio che lui è davvero fortissimo. È l'uomo migliore del mondo ed è il mio calciatore preferito. Non capisco perché alcuni romanisti lo abbiano accusato di tradimento. In fondo, è stata la Roma a venderlo, non è stato Alberto a chiedere di andarsene. Fosse stato per lui, sarebbe rimasto tutta la vita nella squadra del cuore. Quando il Liverpool ha cambiato staff, Aquilani da vero professionista ha dovuto pensare alla sua carriera. Anche se alla Lazio non sarebbe mai andato, ma alla Juve non poteva certo dire di no». Scene violente, come quelle successe di recente a Genova, rischiano però di far allontanare la gente dal calcio, non crede? «Sono state delle bruttissime immagini. Soprattutto perché qualsiasi sport dovrebbe servire da collante per unire Paesi di ogni parte del mondo. È assurdo che diventi invece un pretesto per far sfogare violenze brutali». La vita di coppia come procede? «A gonfie vele. Quando non sono a Roma con la mia famiglia, io e Alberto viviamo insieme a Torino, in centro, la città ci piace molto, anche se è tutta un'altra storia rispetto a Liverpool». Si spoglierebbe mai per il cinema «No, mai. Le mie scelte sul grande schermo credo siano evidenti per tutti. Mi piace interpretare ruoli di ragazze di oggi, semplici ma capaci di affrontare i problemi con maturità». Se Moccia non l'avesse scoperta in quel provino per «Scusa ma ti chiamo amore», ora cosa farebbe? «È stata una bella fortuna essere stata scelta, anche perché facevo provini dall'età di 11 anni. Se non avessi fatto l'attrice, forse ora farei l'università, magari Scienze della Comunicazione, perché è l'indirizzo più semplice. Credo che il destino resti sempre l'elemento fondamentale della vita». Qual è il difetto che non vorrebbe avere? «Sono ritardataria, sulla vita ma non sul lavoro, e faccio aspettare sempre il mio ragazzo».