di ROBERTA MARESCI Non ci sono dubbi: un tempo era tutto più facile.
Ora,che sono saltate tutte le regole, pensare a colori, disegni e tessuto, pare preistoria. Gettata alle ortiche la dittatura della gamba nuda anche d'inverno, con l'arrivo dei primi freddi torna protagonista la calza. La ronda della moda ha sentenziato: quest'anno, non esistono mezze misure. L'unico problema è la scelta: jeweled legs (calze gioiello stile Doo.ri), "parigine" non si pone, perché il punto è procurarsele, autoreggenti o semplici (si fa per dire) collant. Krizia propone quelle autoreggenti, classiche, sempre sexy e audaci. Iceberg, opta per calzini da uomo rivisitati al femminile con pums. Blugirl scende a patti con le nere in versione delux. Sportmax le offre tinta unita in polacchini da trekking e calzettoni a piede scoperto. Intimissimi ha lanciato sul mercato la linea Shaping, capace di rimodellare le forme, un'idea affrontata anche dall'ufficio creativo di La Perla e da Pierre Mantoux che, nella lotta contro le imperfezioni, schiera collant capaci di prevenire smagliature. Grinze create volutamente, sfilando le autoreggenti, da un personaggio come Tylor Momsem. Piaccia o no, la vera novità di questo inverno è lo sdoganamento del calzettone: oltre al gettonatissimo in chachemire, la strada è aperta anche alle over knee, ovvero alle calze oltre il ginocchio e ai calzini che ci gettano nel baratro della scelta delle scarpe da abbinarci. Chi cerca altri suggerimenti, butti un occhio sugli acquisti delle donne: vanno forte leggings, pantacollant e collant coprenti (le più apprezzate sono in poliestere lucido), con motivi a stampa in digitale, e le calze con applicazioni in gomma a simulare accessori metallici, abbelliti con pietre in silicone. Bene anche i collant ad alte performance, come quelli contenitivi o a compressione graduata. Timida la presenza di quelle realizzate con filati biologici. Meglio di loro, quelle spray: con 10-12 euro si impugna la bomboletta, la si agita, la si spruzza sulle gambe da una distanza di 20 centimetri, si spalma con la mano per tutta la gamba e il risultato è un paio di calze «incollate», spruzzate, appiccicate. Per le patite del tatuaggio permanente, Gabby e Tail da Tel Aviv offrono la soluzione: calze che simulano il trompe-l'oeil. Fatto è che la ronda della moda in calza. Che siano lucide, velatissime, ornate di ricami o color fumo, con la cucitura a dirigere gli sguardi: per le donne più femminili. Allegre e fantasiose, per le più giovani. Purpuree quelle di Monsignore e bianche quelle di Sua Santità, se solo le calze fossero rimaste quel che erano all'inizio, una cosa da uomini, non staremmo qui a parlarne. Tallone d'Achille dei maschi, come non ricordare le calzamaglie alla Carlo Martello? O i ridicoli pantacollant del re Sole e dei suoi debosciati cortigiani? E chi direbbe che Voltaire fabbricò calze di seta? Vero è che i primi a coprirsi i piedi con pesanti calzettoni di ruvida maglia furono gli egiziani, abituati a portarsi i pedalini addirittura nella tomba. Poi ci furono i Romani, con i Quiriti che diedero il nome all'indumento più sexy di tutti i tempi. Tant'è che il termine latino calceum, cioè tallone, è all'origine della nostra calza. Ora, che sia della Befana o ricordi Marlene Dietrich, Betty Boop e Kim Basinger, è finito il tempo in cui le ragazze anni '60 guardavano un po' a Yoko Ono e un po' a Valentina, destreggiandosi tra Jane Birkin e Pippi Calzelunghe. Oggi le calze di nylon insegnano qualcosa agli italiani: l'inno di Goffredo Mameli. Mentre c'è chi si chiede chi era sto Scipio e che cosa sia successo mai nella 'cooorte', ben vengano le educative calze Calzedonia che, dopo il brand "Sorelle d'Italia" ha sposato il messaggio Il futuro è rosa, arginando il problema della baraonda politica innescata lo scorso anno.