di GABRIELE SIMONGINI Ecco la conferenza stampa fantasma, convocata in tutta solennità per due volte e disdetta alla chetichella, poche ore prima dell'evento.
Adaffiancarlo avrebbero dovuto esserci anche il Ministro per i Beni culturali Sandro Bondi e quello degli Affari Esteri Franco Frattini. E anche ieri non pochi giornalisti si sono presentati puntuali alle 18 al Collegio Romano, nella sede del Ministero per i Beni Culturali, per l'attesa conferenza stampa ma si sono sentiti rispondere dai solerti uscieri che pure questa volta l'appuntamento era stato improvvisamente rinviato al 19 ottobre. Dall'ufficio stampa di Bondi hanno fatto sapere che il motivo dello spostamento è molto semplice: il Ministro Frattini ieri pomeriggio doveva partecipare alla registrazione della puntata di «Porta a porta» dedicata ai nostri alpini uccisi in Afghanistan. Nobile motivo, per carità, ma perché non mandare alla conferenza stampa della Biennale un sottosegretario o il capo di gabinetto? E perché in occasione della prima presentazione del 6 ottobre, anch'essa rinviata, era stata annunciata una collaborazione del Padiglione Italia con le Regioni, rappresentate dall'Assessore alla Cultura della Calabria Mario Caligiuri, mentre ora sono sparite sia le Regioni che l'Assessore? Più che una conferenza stampa sembra un giallo all'Agatha Christie, tipo dieci piccoli indiani, quelli che scompaiono uno dopo l'altro. Ma forse la verità dei rinvii sta nelle polemiche scatenate dall'atipico Padiglione ideato dal vulcanico Sgarbi e praticamente dislocato in tutta Italia, in onore del 150° anniversario dell'Unità del nostro Paese, ma anche in 89 sedi diplomatiche all'estero. Vi parteciperanno, racconta con orgoglio Sgarbi, oltre mille artisti, come ai tempi delle gloriose Biennali e Quadriennali del ventennio. E le opere di questi mille «garibaldini» del contemporaneo serviranno a documentare che cosa è successo nell'arte italiana di questi ultimi dieci anni, grazie alle selezioni dei curatori di alcuni grandi musei dislocati in varie regioni. «E così – dice ancora Sgarbi – il Padiglione Italia sarà a Bari e Lecce in Puglia, ad Ancona e Urbino nelle Marche e così via». Le sedi degli Istituti italiani di cultura all'estero, che spesso non brillano per iniziative di qualità, ospiteranno invece le opere di artisti italiani che si sono distinti con il proprio lavoro in ciascuna di quelle nazioni. Infine, Venezia, con il Padiglione vero e proprio: neppure qui gli inviti verranno fatti da Sgarbi ma da un'elite di scrittori ed intellettuali che vanno da Umberto Eco ad Eugenio Scalfari. L'imprevedibile Vittorio, invece, sotto il segno di un sorprendente pluralismo, riserverà a sé solo l'approfondimento del rapporto fra arte antica e contemporanea. Con i fuochi d'artificio finali del confronto fra il velocissimo Tintoretto della Scuola di San Rocco e l'ipnotica gestualità di Jackson Pollock. In attesa della prossima conferenza stampa.