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U2 al potere

Gli U2 in concerto

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«Come ogni onda che si infrange sulla riva, non posso andare più lontano di così». Così canta Bono nella struggente ballata «Every breaking wave», che è uno degli inediti presentati in questo tour, e che sarà uno dei momenti forti del prossimo disco degli U2, «Songs of ascent». Più lontano di così? Secondo Tony Blair, c'è un'altra linea sull'orizzonte della rockstar irlandese: «Bono ha tutte le qualità per essere un presidente o un primo ministro. Ha sempre avuto un dono naturale per la politica, è sempre stato grandioso con la gente, ed è inoltre un oratore molto intelligente che riesce a ispirare le persone». Un'investitura persino tardiva: non esiste sulla scena mondiale un personaggio altrettanto versatile, capace di sedurre le folle dei fan con la sua voce dalla timbrica inconfondibile, e al tempo stesso in grado di dialogare con i grandi del pianeta, mettendoli spesso all'angolo. Gli U2 sono sulla scena dal 1976, hanno inneggiato alla caduta del Muro, alla fine dell'apartheid, si sono mossi sul fronte dei diritti civili, dell'ambientalismo, della fame nel mondo, hanno raccontato le divisioni d'Irlanda con passione e dolore. E Bono si è seduto al tavolo dei colloqui in una lunga serie di G8, o ai Forum di Davos. È il leader del partito globale trasversale, e in tempi di guerre sante ha cercato un punto di intersezione tra le fedi. L'ultima volta che gli U2 vennero a Roma, nel 2005, al termine di una meravigliosa "One", il cantante poggiò sul microfono il Rosario che (in cambio di un paio di occhiali da sole) gli aveva donato Giovanni Paolo II, scomparso mesi prima. Disse: «Voglio omaggiare il lavoro fatto dal Papa in nome di chi crede e chi non crede: dobbiamo tutti sentirci una cosa sola». Non che gli U2 siano esempi di coerenza totale. A Dublino molti si sono risentiti per la loro scelta di pagare (meno) tasse in Olanda, e questo in una band che fattura più di qualsiasi industria nazionale. Il ricavato del faraonico tour che oggi approda a Roma è stato, nel solo 2009, di 130 milioni di dollari, a fronte di spese di due terzi superiori. Secondo i calcoli di Forbes sono i paperoni assoluti della musica. Del resto, dell'immenso palco-artiglio ipertecnologico (alto 85 metri e lungo 66) girano per il mondo tre esemplari: ci vuole una settimana per montarlo. Stasera "the claw" accoglierà i 75mila dell'Olimpico per l'ultima tappa del giro d'Europa: poi a novembre si andrà in Nuova Zelanda, e infine in America (concerti saltati l'estate scorsa per l'infortunio di Bono alla spina dorsale, perdita secca di 120 milioni di biglietti verdi), per concludere il 23 luglio 2011 a Pittsburgh l'avventura itinerante iniziata più un anno fa a Barcellona. In cantiere ci sono quattro album pronti: uno ambient, uno rock, uno dance e la colonna sonora del musical "Spiderman", che tra due mesi debutta a Broadway. A giudicare dalle nuove canzoni provate sotto l'artiglio, è stupefacente che quasi 35 anni dopo il debutto ci sia ancora tutta questa vita sul pianeta U2.

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