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di ANTONIO ANGELI Era un'Italia irriconoscibile, rispetto a quella di oggi.

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Però,oltre a quest'Italia ce n'era anche un'altra. Quella dei complotti. E la madre di tutti i complottoni, negli anni Sessanta, è il «Piano Solo», un progetto lucido, intelligente e un'anticchietta sovversivo, per una svolta militarista in Italia. La nostra, ai tempi, era una democrazia ancora giovane. E per molti fragile. Uno scoop dell'Espresso, nel '67, rivelò che solo tre anni prima tirava aria di colpo di Stato. A tante domande non si è potuto rispondere, anche perché il Piano Solo è stato, per molti anni, coperto dal segreto di Stato. E poi è stato usato, da varie parti politiche, per portare acqua al proprio mulino. Praticamente da subito. Pietro Nenni, con una battuta rimasta storica, disse che si sentivano «tintinnare le sciabole». Fatto sta che capire esattamente cosa accadde o, si deve dire, cosa poteva accadere, non era facile. Oggi, che forse non gliene importa più niente a nessuno... ci mette una pezza Mimmo Franzinelli, storico eccezionalmente prolifico, di affari loschi all'italiana. Nel suo «Il Piano Solo - I servizi segreti, il centro-sinistra e il "golpe" del 1964» una cosa salta subito agli occhi: che la parola golpe è tra virgolette. E allora? E allora vuol dire che le sciabole tintinnarono... ma non furono mai sguainate. Leggendo il gustosissimo saggio di Franzinelli, che già ci aveva tenuti svegli qualche notte con «L'amnistia di Togliatti» e «Il duce proibito», si capisce che le cose potrebbero, più o meno, essere andate così. Il presidente della Repubblica italiana, Antonio Segni, era ossessionato dall'omicidio del presidente americano Kennedy. «Se hanno fatto la pelle a lui - diceva - figuriamoci se non possono farla a me». Per questo, dato per scontato che i folkloristici corazzieri stavano lì solo per bellezza, pensò di affidare la sua sicurezza all'Arma dei Carabinieri. Allora era comandante il generale Giovanni De Lorenzo, un uomo risoluto ed efficiente. Nonché molto pratico di servizi segreti. Intanto, come dicevamo all'inizio, gli italiani, quelli veri, lavoravano al Miracolo Economico. Visto che l'allora presidente del Consiglio Aldo Moro continuava ad allargarsi sempre di più a sinistra, visto che allora «sinistra» voleva dire Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e visto che l'Italia doveva parteggiare per l'altra parrocchia, cioè l'America, Segni incaricò il generale di preparare un piano per assumere il controllo del potere in Italia. «Assumere chi?», dovette domandare De Lorenzo. «Solo i carabinieri», rispose Segni. Bene così nacque il «Piano Solo». Un'ipotesi di strategia militare, un esercizio culturale. Fatto sta che il meticoloso De Lorenzo fece con estrema perizia il suo «compitino», mettendo date, nomi, luoghi: indicando anche chi avrebbe potuto assumere la direzione del governo. Sì, perché lui, il generalissimo, doveva solo essere un «kingmaker», cioè colui che avrebbe avviato un nuovo presidente del Consiglio. E poi tornare nell'ombra. Franzinelli racconta eventi, riporta conversazioni, cita documenti, con precisione. Alla fine l'esercizio culturale rimase tale. Perché l'ok della Cia, che allora aveva un ufficio a Roma (chissà forse continua ad averlo) non giunse mai. Franzinelli è uno serio, ma il suo libro ha un non so che di umoristico... Che, ovviamente, è inseparabile dalla vicenda.

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