A caccia di fratelli nell'universo
Nel 1961 l'astronomo Frank Drake si lanciò in un esercizio speculativo sull'esistenza di possibili civiltà extraterrestri evolute con le quali poter entrare in contatto e stimò il loro numero. Ai primi valori piuttosto deludenti, solo 10 nella Galassia, seguirono numeri più rilevanti, sino agli ottimistici 5000 attuali, man mano che la tecnologia evolveva e la potenza dei telescopi cresceva. In quest'ottica nacque il programma mondiale SETI con lo scopo di individuare segnali radio provenienti da alieni intelligenti. Nell'ultimo decennio questo tema ha appassionato un numero sempre maggiore di ricercatori offrendoci messaggi sempre più prossimi a quello che ci confermerà finalmente che non siamo più soli. L'ultimo, anche se non conclusivo, è di questi giorni: intorno alla stella nana rossa denominata Gliese 581, situata nella costellazione della Lira, ruotano sei pianeti uno dei quali, roccioso, sembra abbastanza simile alla Terra, potenzialmente candidato a ospitare forme di vita di un qualche tipo. Nonostante il battage sulla stampa andiamoci, però con calma. La stella è molto più piccola del nostro Sole: ha un raggio pari a 0,29 raggi solari ed una massa pari a circa il 30%. con una temperatura che è circa la metà del nostro astro, solo 3000 gradi. Dei sei pianeti che le girano intorno, indicati dagli astronomi con le lettere da b a g e scoperti a partire dal 2005, il più interessante è l'ultimo, individuato poche settimane fa. Gliese 581g ha una massa tra 3 e 4 masse terrestri, un raggio tra 1,2 e 1,4 raggi terrestri e ruota intorno alla stella freneticamente, in soli 36 giorni e mezzo. Un'altra peculiarità è che mostra sempre la stessa faccia; una metà è riscaldata, tiepida secondo le stime dei suoi scopritori, mentre l'altra è decisamente gelida, tra i -12 ed i -31 gradi. I parametri della zona tiepida presentano condizioni accettabili per immaginare una potenziale presenza di acqua, di atmosfera e, quindi, per poter avere la possibilità della presenza, o di uno sviluppo futuro, di forme di vita simili alla nostra. Infatti, Gliese 581g ruota nella cosiddetta "fascia abitabile" della sua stella, cioè in quella porzione di spazio cosmico entro il quale una stella scalda sufficientemente un pianeta per permettere l'esistenza della vita come noi la conosciamo, così come avviene per la Terra, Venere e Marte nel sistema solare. L'entusiasmo degli scienziati è comprensibile: dal 1995 ad oggi sono stati identificati con certezza circa 200 esopianeti in altri sistemi più o meno lontani dal nostro. Però tutti hanno presentato caratteristiche troppo differenti da quelle della Terra per poter prevedere presenza di vita, almeno del tipo che noi conosciamo. Il quarto pianeta in ordine di distanza dalla nana rossa invece, quello che indichiamo con la lettera g, mostra qualcosa di più: buona somiglianza con la nostra vecchia Terra per alcune caratteristiche generali ma anche grande diversità per altre. Gli studi andranno approfonditi, ci sono voluti dieci anni per scoprirlo, non necessariamente sarà il buon candidato per trovare dei nostri "gemelli". Non dimentichiamo poi le distanze in gioco anche se, tra quelli scoperti e potenziali candidati ad avere forme di vita, è il pianeta sino ad oggi a noi più vicino, è a 20 anni luce. Ciò significa che la luce che riceviamo oggi, l'immagine del pianeta che osserviamo, è quella di come era 20 anni fa. Un discorso analogo vale per eventuali alieni che ci dovessero osservare da Gliese 581g; oggi raccoglierebbero le immagini della Terra come era, e di quello che accadeva da noi nel 1990. Me li immagino gli alieni osservare attenti nei loro telescopi molti dei nostri politici ancora giovani, il vecchio PCI chiesa laica, la DC ed il PSI non ancora massacrati da "mani pulite"; l'Italia come era, incosciente, spendacciona, incurante del futuro proprio e di quello delle nuove generazioni, spesso affidata a mezze figure di scarsa cultura ed ancora minore senso etico e dello stato. Ma gli alieni ancora non hanno ancora visto niente, tra vent'anni lo show sarà ancora più brillante. Tutto questo mi fa pensare alla critica di quel genio di Fermi quando apparve il lavoro di Drake, il suo famoso paradosso: "Se esistono tante civiltà in grado di contattarci, alcune anche più evolute della nostra, perché questo non è ancora avvenuto?" Credo oggi di avere la risposta: evoluti si, ma mica fessi, questi non ci contatteranno mai.