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Quel pensiero di...

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diANTONIO ANGELI «È caldo, il vino, solare e vincente. Sovente bevanda sacra...»: così scrive il più grande enologo italiano, Giacomo Tachis, ricordando il Poeta (cioè Dante) in un nuovo libro sul «buon bere». «Sapere divino» è solo uno dei molti, forse il più nobile, dei libri sulla magica bevanda che da secoli accompagna le tavole dell'Italia che una volta, altri tempi, si chiamava più giustamente «Enotria», cioè «terra del vino». Il buon bere si è consolidato oggi come uno status symbol e un vero marchio del saper vivere. Oggi non è più di moda andare in un ristorante, ordinare dei piatti e poi, di conseguenza, scegliere il vino da bere. Per carità oggi si va nei locali per assaggiare quel vino speciale del quale si è tanto sentito parlare... e poi si prende uno stuzzichino tanto per non bere a stomaco vuoto. Insomma sono passati i tempi (erano gli anni Sessanta?) che il raffinato agente James Bond storceva il naso quando l'agente della Spectre ordinava il pesce e poi un fiaschetto di Chianti. Oggi prima si decide il vino e poi... A Roma questa, qualche anno fa, era la novità di qualche locale. Il cameriere si avvicinava e chiedeva: «che vi porto da bere?» e dopo il resto. Poi la novità è diventata una piacevole consuetudine ed enoteche e wine bar hanno iniziato a spuntare un po' ovunque, tanto in centro come in periferia. E se qualcuno, tra tanti locali, ha paura di perdere la bussola oggi può contare su un vademecum ricco e completo: «Il vino a Roma», scritto dalla giovane, bella superesperta di enogastronomia Slawa G. Scarso ed edito da Castelvecchi. Il libro è diviso in rigorosissime quattro parti: le enoteche dove gustare il nettare di Bacco. Le bottiglierie dove acquistare il suddetto nettare, una panoramica sulle aziende che producono vino nel Lazio e gli abbinamenti con il cibo. Alla fine un breve glossarietto con i termini usati dai sommelier. E il vino non è più solo il «super tuscan». L'Italia è piena di «super». Per carità: nessuno nega che per i toscani è più facile fare il vino buono che quello cattivo (provate a passare alla cantina sociale di Scansano e ad assaggiare quello che vi danno per novanta centesimi al litro). Ma l'Italia, tutta, è veramente la terra del vino. Quello buono.

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