Clonazione futurista
diMARIO BERNARDI GUARDI Già li chiamano "futuristi". E il logo parla chiaro. Suggestivo, dinamico, sintetico fa pensare a Boccioni, Balla, Depero. In ogni caso alla "madre di tutte le avanguardie". Ai finiani davvero non dispiace caratterizzarsi con un'immagine che coniuga l'augurio e la prospettiva (la Destra del futuro), col fascino di un contrassegno "antico" e nobile. Nonché eretico e politicamente "trasversale". Nonché rivalutato a pieno nella sua portata epocale e nella sua attualità, dopo i grandi festeggiamenti legati al Centenario. Ora è chiaro che, se ci si rifà a questi "magnanimi lombi", l'impegno è grosso. Roba da "rivoluzione culturale", roba da far impallidire - o, ci si passi la battutaccia, "ingiallire" - quella di Mao. Visto che Filippo Tommaso Marinetti (il mitico FTM) e compagni - tra loro si chiamavano così, poi, per evitare la confusione, si ribattezzarono "camerati" - non solo fecero un tonante appello a un rinnovamento senza precedenti nelle lettere, nelle arti, nel costume e nel "modo di essere al mondo" (il "vivere pericolosamente" mussoliniano ha qui le sue origini), ma sconvolsero anche il "politicamente corretto" d'allora con "contaminazioni" dichiaratamente "al di là della Destra e della Sinistra". Non a caso, il punto nono del proclama annunciava con provocatoria gagliardia: "Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo -, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna". Laddove per "donna" i futuristi d.o.c. - notoriamente, e a partire proprio da FTM, impenitenti maschi seduttori - provocatoriamente intendevano sia la Vampiressa dannunziana che distrae l'uomo dalla realizzazione di sé, dirottandolo in una complice alcova, sia la cosiddetta Sposa e Madre Esemplare, ugualmente castratrice di slanci combattivi e/o civicamente propositivi. Mentre futuristi e futuriste del nuovo conio potrebbero dire - e dicono- che disprezzano le donna-oggetto, e cioè le "veline" battezzate dalle tv via-Cav. e riciclate poi nelle liste PDL, dopo un accelerato corso di scienze politiche. Ma torniamo agli aspetti più propriamente "ideali". Patriottici e libertari, FTM e compagni pubblicarono su "Lacerba" - la rivista di Papini e Soffici- un PROGRAMMA POLITICO FUTURISTA dai toni imperialisti, anticlericali e antisocialisti e nel 1919, a San Sepolcro, battezzarono i Fasci di Combattimento insieme a Mussolini. Un fascistone FTM. E un rivoluzionario. Anticomunista, però. Perché i comunisti erano settari e moralisti. "Preti rossi". Lui, il libertario, litigò con l'amico Mussolini perché il Regime era diventato troppo "clericale" e "borghese". Salò fu il "ritorno alle origini". E FTM un repubblichino convinto. Il passato futurista è questo: e il futuro di Futuro e Libertà?