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Aspettando il festival di Roma

Sergio Rubini

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A distanza di un mese della kermesse cinematografica capitolina (28 ottobre - 5 novembre) cominciano a fioccare le prime indiscrezioni sulle pellicole scelte al Festival Internazionale del Film di Roma, presieduto da Gian Luigi Rondi e diretto da Piera Detassis. Il sipario si alza sulla pellicola d'apertura, «Last Night» di Massy Tadjedin con Keira Knightley, storia d'amore tra sesso, tradimenti e gelosie. Tra i titoli più attesi della Selezione Ufficiale dovrebbe esserci anche «Rabbit Hole» di John Cameron Mitchell, primo film prodotto da Nicole Kidman, interpretato dalla stessa Kidman con Dianne Wiest e Aaron Eckhart, dramma di una coppia costretta a fare i conti con l'improvvisa scomparsa dell'unico figlio. Sperando nell'opera prima «Oranges and Sunshine» di Jim Loach (figlio del grande Ken), nell'ultimo lavoro dello scomparso Alain Corneau, «Crime d'amour» e magari nell'epico «Tree of life» di Malick con Brad Pitt e Sean Penn, si vocifera che nel concorso per il Marc'Aurelio potrebbero essere in gara molte produzioni italiane, che saranno a loro volta giudicate dalla giuria presieduta da Sergio Castellitto. A cominciare da «Una vita tranquilla» di Claudio Cupellini con Toni Servillo, ancora una volta nel ruolo di un camorrista che ha però abbandonato la criminalità per un ristorante a Francoforte. A far compagnia a Cupellini, dovrebbero arrivare i registi Guido Chiesa e Valerio Jalongo. Il primo per «Io sono con te», appassionante storia di Maria, Madre di Gesù, raccontata come una Donna rivoluzionaria, capace di mutare il corso della storia e il ruolo femminile nella società. Mentre Jalongo con «La scuola è finita» mette in primo piano il rapporto tra un professore e uno studente liceale, dirigendo un cast variegato con Vincenzo Amato, Valeria Golino e l'esordiente Fulvio Forti. È intanto tornat la manifestazione «Aspettando il Festival», che porta il cinema nelle scuole e ospita l'attore-regista Sergio Rubini, in un incontro con gli studenti della provincia romana, nella stessa sala in cui nel 1963 venne girata la scena della festa da ballo de «Il gattopardo» di Luchino Visconti. Rubini proporrà agli studenti il film «La stanza del Vescovo», tratto dal romanzo di Piero Chiara, con Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Patrick Deweare e diretto da Dino Risi. In occasione del ventesimo anniversario della scomparsa di Ugo Tognazzi (27 ottobre 1990), Rubini ha scelto questa pellicola in sintonia con il Festival di Roma che renderà omaggio all'attore anche con il documentario «Ritratto di mio padre», firmato dalla figlia Maria Sole Tognazzi. La regista ha ricostruito ricordi, interviste dei suoi compagni di lavoro (da Monicelli a Scola, da Michel Piccoli a Laura Morante e Valeria Golino) e dei figli (Ricky, Gianmarco e Thomas), con super8 privati e inediti, veri documenti di vita familiare e professionale. Quella del 2010 sarà un'edizione del Festival di Roma nel segno della dinastia Tognazzi: verrà infatti presentata tra gli Eventi Speciali anche l'anteprima del nuovo film di Ricky Tognazzi, «Il padre e lo straniero», interpretato da Alessandro Gassman con Ksenya Rappoport e tratto dal romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo. «Mi piacerebbe essere ancora un ragazzino per poter cambiare questo Paese. Il mondo non può essere progettato da cinici, ma da idealisti e sognatori e voi giovani potete cambiarlo - ha detto ieri Rubini ad Ariccia - "La stanza del Vescovo" è un film trasgressivo, racconto di un mondo decadente e marcio che scompare, dove l'interpretazione di Tognazzi è un capolavoro.   Il suo personaggio è un eroe negativo: fascista, ladro, usurpatore, racconta-balle, assassino». E riferendosi poi al piccolo schermo ha aggiunto: «La tv è un mezzo che ha bisogno di semplificazioni perchè le serie devono essere comprensibili a tutti. Si ciba di un tipo di narrazione che non prevede sfumature. Purtroppo la tv è diventata la nervatura del nostro paese e chi fa cinema si rivolge al modello televisivo. Prima il futuro era salvifico, oggi fa paura. Bisogna organizzarsi, ragazzi, per creare un futuro migliore».

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