Con il signore del noir l'adrenalina è servita
Quando si parla di un argomento ovvio, scontato, che non ha bisogno di essere spiegato i romani dicono: «Ma che te lo dico a fa'?». E sentendosi chiedere se l'ultimo libro di Frederick Forsyth è avvincente l'unica risposta possibile è: «Certo che sì, ma che te lo dico a fa'?». Il caro buon vecchio Freddie sarà anche un po' ripetitivo. Ma questa per i suoi fan non è una pecca. È un grande pregio. Nel campo della letteratura Frederick Forsyth è una certezza, è come un cuoco che, puoi stare sicuro, ha preparato un piatto delizioso. A patto, ovviamente, che piaccia il suo tipo di cucina. I suoi «manicaretti» hanno un gusto deciso e una lunga tradizione: Forsyth è il re dei «cuochi» del thriller. Gli ingredienti che usa sono sempre quelli: protagonisti che il più buono è un serial killer, colpi di scena a raffica, apocalittici scenari internazionali. Ma l'effetto e il sapore, come in tutte le specialità dell'alta cucina, sono ogni volta differenti. Una cucina che varia anche molto nei gusti, ma che ha una caratteristica costante: i sapori sono ben decisi. Frederick appartiene a quella ristrettissima cerchia di «specialisti» del settore dell'adrenalina pura. Hai voglia dire che il maestro è Michael Crichton, hai voglia a dire che Robert Ludlum è il migliore e hai voglia a dire che Scott Turow ha una marcia in più. Uno versa più sullo spionaggio. L'altro un po' sulla fantascienza. Questione di gusti. Forsyth nel suo carnet ha una seri di titoli esplosivi a partire da quel «Giorno dello Sciacallo», che al cinema è stato portato per ben due volte, e al quale sono seguiti titoli del calibro di «Dossier Odessa», «I mastini della guerra», «Il vendicatore» e tanti altri. Ora arriva «Il Cobra» che, aggiornato alle tensioni internazionali odierne, propone tutti i temi classici dell'autore. «Il Cobra» è un ex agente della Cia, una «bestia» dello spionaggio che, in un mondo ormai globalizzato e privo delle monolitiche contrapposizioni tra superpotenze, si trova a combattere la sua guerra contro i cartelli della droga. Dagli Stati Uniti all'Africa, dal Sudamerica all'Europa, il Cobra fa strisciare le sue strategie contro i signori del narcotraffico. Chi vive producendo, trasportando e vendendo in tutto il mondo sostanze stupefacenti ha due caratteristiche: è potente e spietato. Ma il Cobra, Paul Deveraux e un suo «degno compare», Calvin Dexter, alla fine sapranno combattere i loro nemici con le stesse armi. Frederick Forsyth, classe 1938, è un narratore saldo e perfettamente strutturato. Una vera macchina da guerra. Chi cerca romanzi d'amore o introspezione psicologica si orienti su un altro autore. Ma chi vuole azione, ricostruzioni storiche e ambientali impeccabili, la spiegazione minuziosa di tecniche di tipo militare qui trova il pane per i suoi denti. Lo scrittore è uno dei veri, pochi eredi dello Ian Fleming «papà» dell'agente 007. Ex pilota della Raf, ex corrispondente di guerra Forsyth conosce bene quello di cui parla e si mantiene costantemente aggiornato. Il suo libro è, tra le altre cose, un manuale dei sistemi operativi, delle tecniche e dei mezzi dei corpi di élite di mezzo mondo. Un libro, «Il Cobra», che, se inizierete a leggere la sera tardi, certamente vi farà vedere l'alba.